Foto: Nel Pavletič/Pixsell/BoBo
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La soddisfazione registrata ieri mattina a Villa Opicina da dove è partito - e quindi nelle successive sei tappe dove è stato accolto da musica, canti e balli - ha contraddistinto pure l’arrivo del treno a Fiume. Tutti concordi nel sottolineare la validità dell’iniziativa che torna a collegare tre popoli e tre paesi; tutti a sperare che il progetto pilota diventi permanente ed abbia un seguito anche dopo il 30 settembre. Spinta dall’ INCE, l’iniziativa centro-europea e costata due milioni di euro garantiti in buona parte dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, la nuova linea – infatti - garantirà i collegamenti per i prossimi cinque mesi. C’ è da sperare che i buoni propositi espressi dalle autorità politiche abbiano un seguito e altrettanto l’ottima collaborazione dimostrata in questo caso tra le Ferrovie di stato slovene e croate. Unico difetto, almeno per quanto riguarda la parte croata, sono gli orari. Il treno arriva a Fiume poco prima delle dieci e riparte per Trieste alle 18 e 25.

”Troppo tardi per permettere ai fiumani e ai quarnerini in genere di pensare ad una gita o a una giornata di shopping in Italia”, ci dice Mario Simonovich, giornalista ed ex redattore di Panorama, ora in pensione e spiega: “C’ è parecchio disappunto, ed è marcato tra i connazionali perché una linea concepita così ci nega la possibilità di recarci con una certa facilità a Trieste. Va benissimo che si sia pensato ai turisti, certo sono i benvenuti ma va tenuto pure conto del fatto che tra Fiume e Trieste esistono anche legami di altro genere. Ci sono quelli di tipo operativo, commerciale, economico ma ci sono pure quelli sentimentali. Non si dimentichi di quanta gente di qua vive a Trieste e quanti anziani vivono dall’ una o dall’ altra parte del confine. Con un treno che partisse la mattina da Fiume e tornasse la sera sarebbero moltissimo facilitati i legami. A questo non si è pensato”. Si spera dunque nell’ implementazione dell’iniziativa come auspicato pure dal sindaco di Fiume Marko Filipović. “Una cosa del genere sarebbe ideale”, sostiene Simonovich e ricorda che “per decenni, sia pure con il trasbordo a San Pietro del Carso, i fiumani potevano andare di mattina a Trieste”. Appassionato di treni, ferrovie e a tutte le cose collegate al trasporto su rotaia, specie a quelle inerenti alla nostra area, Simovich racconta: “Spesso si tende a dimenticare, ma va detto, che i collegamenti tra Fiume e Trieste anche molto addietro nel tempo erano ottimi; a partire ad esempio dal 1936 quando la linea fu elettrificata il viaggio durava 2 ore e 9 minuti, una cosa oggi impensabile”. (lpa)