Foto: Martegani
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Il tracciato dell’Ovovia sorvola un tratto della rete ferroviaria, violando delle precise norme ed esponendo soprattutto i passeggeri delle cabine e dei treni a rischi, e la città a forti disagi.
È in nuovo attacco del comitato “No Ovovia2, che ha inviato una lettera alla rete ferroviaria italiana e all’ASFISA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, sottolineando una serie di questioni riguardanti soprattutto il tema della sicurezza.

Dire che questo progetto è una soluzione per la mobilità e per ridurre il traffico, e non sono un’attrazione per fare delle foto, è una fesseria. L’Ovovia non impedirà alle automobili di andare in città, né risolverà i problemi di mobilità di Trieste”.

Debora Serracchiani

I componenti del Comitato scientifico dei No Ovovia hanno illustrato i contenuti della lettera nel corso di un incontro organizzato proprio nel Park Bovedo, nel punto in cui dovrebbe sorgere la stazione di raccordo fra il tratto orizzontale della Cabinovia, quello progettato lungo il Porto Vecchio, e la salita verso Opicina: due tratte che dovrebbero affiancare o addirittura attraversare la linea ferroviaria, che dovrebbe essere interessata anche dalla presenza dei piloni.
In particolare la funicolare attraversa la ferrovia Trieste - Venezia nei pressi del Faro della Vittoria, e una linea secondaria che passa lungo l’antica strada Napoleonica a Opicina.

Foto: Martegani
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Secondo Mario Goliani e Livio Stefani, ingegneri che fanno parte del comitato scientifico, l’attuale progetto, che prevede dei passaggi sulla linea ferroviaria, comporta dei rischi in caso di blocco della funicolare, molto probabile a causa del vento: per soccorrere i passeggeri sarebbe necessario interrompere la linea (che vede il passaggio di più di 100 treni passeggeri e 30 treni merci al giorno), per consentire ai mezzi d’intervenire. Non ci sarebbe poi spazio per i soccorsi, come conferma Livio Stefani: “Il problema non è tanto quello di arrivare con dei mezzi sotto la linea – afferma – ma i punti di calata, dove i passeggeri soccorsi arriverebbero a terra e i percorsi per portali poi al sicuro”.
Lungo la scarpata non ci sono spazi di fuga per le persone soccorse, e tutti viene complicato dal fatto si parla di tratte elettrificate, ma di tutti questi problemi, hanno confermato i No Ovovia, non si fa cenno nei progetti, e le ferrovie non sarebbero nemmeno state coinvolte nella conferenza dei servizi che ha discusso i progetti.
Roberto Mandler, geologo, ha poi ricordato anche i problemi del sito nei pressi del Faro della Vittoria, dove dovrebbe sorgere un pilone proprio sopra una galleria che, ha detto Mandler, non sarebbe adatto a sostenere una struttura simile, anche per la presenza di una faglia che ha già provocato crolli il passato.

Foto: Martegani
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Dubbi sono stati avanzati anche sulla sicurezza del progetto in caso di scarrucolamento del cavo nel tratto ascendente nei presso del Faro, eventualità poco probabile, ma possibile, che stando agli esperti del Comitato provocherebbe un impatto delle cabine sul terreno.
Il Comitato ha quindi chiesto di avere il parere delle ferrovie su un’opera che impatta in maniera importante sulla linea ferroviaria che, salvo eccezioni da autorizzare, non dovrebbe in realtà essere interessata, nemmeno nelle aree circostanti, da piloni o passaggio delle cabine, circostanza che è prevista nel progetto anche nel tratto orizzontale da Bovedo al molo Quarto, verso la città.
Presenti all’incontro anche molti esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale, come Laura Famulari del Pd, che ha sottolineato come tutta la procedura di progettazione dell’Ovovia sia stata portata avanti dall’amministrazione comunale con “poca trasparenza”, mentre Alessandra Richetti, dei 5 Stelle, si è detta preoccupata per “i tanti pareri contrari all’Ovovia, elaborati da persone di eccellenza: sono preoccupata perché i rendering esibiti dal Comune cozzano con la realtà”.
Fra i presenti anche la deputata del Pd Debora Serracchiani che ha presentato delle interrogazioni ai ministeri delle infrastrutture, dei beni Culturali e dell’ambiente per avere chiarimenti sulla linea del governo sulla vicenda. “Io sono stata un’amministratrice – ha detto – e so cosa significa realizzare opere anche impattanti, ma non si può andare dritti sparati su un progetto che ha evidenti problemi”.
“Questo è un momento decisivo – ha aggiunto - , o si va avanti o si blocca tutto, e ci vuole anche onestà intellettuale: dire che questo progetto è una soluzione per la mobilità e per ridurre il traffico, e non sono un’attrazione per fare delle foto, è una fesseria. L’Ovovia non impedirà alle automobili di andare in città, né risolverà i problemi di mobilità di Trieste”.

Alessandro Martegani