Foto: Radio Capodistria
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Santorio Santorio viene considerato il padre della medicina moderna, anche Capodistria, sua città natale, gli rende omaggio nell'ambito delle celebrazioni dei 1500 anni della città, che ridà lustro ai grandi personaggi capodistriani che hanno lasciato un importante traccia nella storia, ha detto Mario Steffè, vicesindaco italiano nonchè presidente della comunità degli italiani che orgogliosamente porta il nome del famoso medico e scienziato del 16esimo secolo, eventi con i quali si cerca di colmare, ancora Steffè, lacune nella storia non recente della città e per rafforzare l'identità collettiva.

Il Centro di ricerche scientifiche di Capodistria già nel 2011 collabora proficuamente con l'Università di Padova, dove Santorio Santorio insegnò per diversi anni. Rado Pišot direttore del Centro di ricerche scientifiche (ZRS). "La ricerca non ha confini, nel campo scientifico non li abbiamo mai avuti e non li avremo mai. Con Padova, con Trieste, con Udine, geograficamente vicine, dal punto delle discipline scientifiche abbiamo collaborato sempre. Se guardiamo nella storia e fino ai giorni nostri penso che non esista uno scienziato di questo livello come era Santorio Santorio e quello che ci ha lasciato"

La salute per Santorio, ha rilevato Fabrizio Bigotti, storico della medicina e studioso santoriano, diventa un parametro quantitativo misurabile con gli strumenti, sue per esempio le invenzioni del termometro e del pulsilogio per misurare la frequenza cardiaca. Santorio Santorio medico, filosofo e inventore, quale la sua eredità più importante, secondo il professor Bigotti. "Oggi noi misuriamo tutto, lo zucchero, il livello di colesterolo, quando dobbiamo mangiare, quanto dobbiamo respirare, quando dobbiamo dormire e soprattutto quanto dobbiamo mangiare perché siamo tutti preoccupati con la linea e in un certo senso, anche se non era esattamente quello che voleva fare Santorio, questo è il lascito di Santorio. Poi c'è un'eredità molto più profonda, che è quella scientifica, perché Santorio capì che la diagnosi si deve basare su misurazioni certe perché l’approccio dei sensi arriva quando la malattia si è già sviluppata ed è troppo tardi, occorre dunque prevenirla. Per farlo bisogna ottenere delle misurazioni molto fini. Lui capiva queste esigenze, ha inventato tre cose che effettivamente sono pratiche e ancora oggi utilizzate potrebbero essere utili."

A Palazzo Tiepolo, sede del Centro per la storia e il patrimonio culturale veneziano del ZRS, dove si è svolta la tavola rotonda, è esposto il lascito librario di Santorio, custodito dalla Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria e materiali prestati dall'Università di Padova. Il lascito librario è stato presentato da Peter Štoka, responsabile del Reparto di storia patria della biblioteca comunale. (ld)