Foto: Reuters
Foto: Reuters

Il Presidente cinese Xi Jinping è tornato in Europa dopo 5 anni di assenza. Dopo aver incontrato Macron a Parigi riaffermando le solide relazioni diplomatiche sino-francesi e discusso del conflitto tra Russia e Ucraina, ed aver parlato con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di questioni commerciali ieri Xi Jinping insieme a una delegazione di oltre 400 persone si è spostato a Belgrado, un'altra tappa cruciale del suo tour.
Accolto in aeroporto con tutti gli onori dallo stesso Presidente Aleksandar Vučič, la visita nella capitale è stata definita "storica" da Ana Brnabić, presidente della Camera di Stato ed ex premier. Un incontro avvenuto in concomitanza con il venticinquesimo anniversario dello "sfacciato" bombardamento dell'ambasciata cinese a Belgrado, colpita da un attacco dell'aviazione statunitense durante la campagna della NATO in Kosovo, il 7 maggio 1999. "Non dobbiamo dimenticare il passato, dobbiamo promuovere la pace e fare in modo che una tragedia simile non si ripeta", ha dichiarato Xi. Un'amicizia solida, tradizionale e vantaggiosa tra i due Paesi che vogliono continuare a crescere insieme. Un futuro che verte sullo sviluppo delle relazioni bilaterali e sui principali dossier internazionali riguardanti l'economia e il commercio. Sono stati firmati 30 accordi. È da notare che Pechino ha investito molto nel paese serbo; il capitale cinese possiede fabbriche, miniere, costruisce strade e sta anche finanziando la creazione di una linea ferroviaria tra Belgrado e Budapest. Costruzioni numerose e rapide che suscitano preoccupazione tra gli ecologisti, i quali accusano la Cina di inquinare e degradare l'ambiente.
In giornata il presidente cinese raggiungerà l'Ungheria dove sono attesi nuovi accordi economici. Budapest è il primo membro dell'Unione Europea a aderire al programma di sviluppo Belt and Road della Cina. Una visita che sarà sotto la lente degli altri paesi europei poiché Orban non ha mai fatto mistero di apprezzare molto il modo di lavorare cinese, anche se questo potrebbe compromettere il mercato e l'economia europea, di cui Budapest fa parte. Da quando è entrato in carica, ha costantemente spinto per un'apertura verso est nella politica estera del paese, considerando la Cina un partner prioritario in vari settori di cooperazione.