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Preoccupano i dati dell'Ufficio di statistica sloveno che evidenziano un sostanziale e graduale aumento degli sprechi alimentari. Nel 2013 sono finite nel bidone 118 mila tonnellate di cibo, nel 2022 invece poco meno di 151 mila. Si tratta perlopiù di scarti domestici, questi ammontano addirittura al 47 percento del totale. Seguono quelli prodotti dai servizi di ristorazione con il 37 percento. Secondo le stime dell'ufficio di statistica, quasi la metà del cibo sprecato era commestibile, mentre circa il 60% era costituito da scarti alimentari come ossa, bucce, gusci d'uovo e altro. Numerose le iniziative di sensibilizzazione anche a livello europeo: il programma d'azione dell'Ue in materia di salute ha pubblicato i risultati di un'indagine sulle differenze culturali nell'atteggiamento dei cittadini nei confronti del cibo in otto diversi paesi comunitari. I risultati, resi noti dall'Associazione slovena dei consumatori, evidenziano come il 26 percento degli sloveni ritiene che sia difficile ridurre gli sprechi alimentari. Al contempo però oltre il 93 percento crede che ne valga la pena. L'invito a un comportamento responsabile nei confronti del cibo arriva anche dalla presidente della Commissione parlamentare per l'Agricoltura, Vida Čadonič Špelič, che ha sottolineato la responsabilità personale in materia, ricordando che solamente evitando gli sprechi faremo il massimo per preservare il nostro pianeta. La vera sfida rimane quindi cambiare le abitudini e il comportamento dei consumatori: invitano a riflettere le considerazioni del governo che, nel momento della proclamazione della giornata contro lo spreco alimentare, aveva ricordato che la quantità di cibo sprecato in Slovenia potrebbe essere molto inferiore se avessimo un atteggiamento diverso verso il cibo e se ci assicurassimo che quello ancora commestibile non finisca tra i rifiuti.

M.N.