Foto: EPA
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"Il governo ha compiuto il primo passo, un passo importante verso il riconoscimento dello Stato palestinese indipendente e sovrano". Lo ha affermato il ministro degli Affari esteri ed europei, Tanja Fajon. Ha inoltre espresso la speranza che le procedure si concludano al più presto, poiché la Slovenia vuole garantire la fine delle atrocità a Gaza, un cessate il fuoco permanente, un accordo sul rilascio degli ostaggi, la sicurezza di Israele e la coesistenza pacifica tra israeliani e palestinesi. La Slovenia, ha spiegato il ministro, monitorerà la situazione nella regione poiché l'obiettivo di Lubiana non è solo il riconoscimento dello Stato della Palestina come atto simbolico, ma piuttosto una de-escalation delle tensioni e la fine della guerra. Fajon ha ancora precisato che l'esecutivo ha deciso di avviare il procedimento basandosi sui confini del 1967 tra Israele e Palestina, il che significa che la Palestina includerebbe anche Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est.
Secondo Tanja Fajon, il riconoscimento della Palestina non significa assolutamente che la Slovenia riconosca anche l'organizzazione terroristica Hamas. "Al contrario", ha detto, "si tratta di dare potere alla rinnovata Autorità Palestinese, che sarà anche in grado di controllare Gaza da Ramallah".
Il premier, Robert Golob, ha intanto affermato che la decisione a riguardo da parte della coalizione è stata unanime. Una decisione che, secondo il capo del governo, però porta la Slovenia ad avere delle aspettative da parte di entrambe le parti coinvolte nel conflitto, tra cui progressi nei negoziati per la cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi, nonché progressi nella riforma dell'Autorità Palestinese.
Secondo Golob, si tratta anche di un mezzo per esercitare pressione per porre fine alla guerra a Gaza. "Gli orrori a cui assistiamo ogni giorno sono intollerabili e devono finire", ha detto il premier, sottolineando che tutti gli sforzi del governo, compresa la decisione di avviare le procedure per il riconoscimento della Palestina, mirano a questo.
Golob e Fajon hanno anche espresso la speranza che altri paesi seguano l'esempio della Slovenia e avviino le procedure per il riconoscimento della Palestina.