Il leader jihadista al-Jolani ha spiegato che "i curdi fanno parte della patria" e, come i siriani, "sono stati oppressi dal precedente regime" di Bashar al-Assad. Questa oppressione ora "se Allah vuole, sarà eliminata", ha aggiunto, "nella prossima Siria i curdi saranno fondamentali, vivremo insieme e tutti riceveranno i loro diritti secondo la legge. Da oggi non ci saranno più ingiustizie contro il nostro popolo curdo", ha detto. Al-Jolani ha promesso inoltre al popolo curdo siriano di farlo ritornare nelle zone finora dominate dalla Turchia e dai ribelli siriani filoturchi.
Il leader jihadista ha poi condannato gli attacchi di Israele contro la Siria. Le azioni israeliane potrebbero infatti portare ad un ulteriore inasprimento della situazione nella regione. Il paese però è stremato, ha spiegato, e non può affrontare una nuova guerra. Israele ha infatti ieri effettuato 61 attacchi contro siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, secondo quanto segnalato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Le forze israeliane continuano ad intensificare i bombardamenti, mirando soprattutto ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici. Il governo di transizione ha quindi chiesto al Consiglio di sicurezza Onu di agire e costringere Tel Aviv a fermare le aggressioni e a ritirarsi dalle zone in cui l’esercito è penetrato.
Intanto, ad una settimana dalla caduta del regime di Assad, questa mattina, per la prima volta, decine di alunni delle scuole secondarie sono tornati a lezione a Damasco. Il tasso di frequenza "non ha superato il 30%", ma dovrebbe aumentare gradualmente. I più piccoli invece ricominceranno tra due giorni. Riaperte pure le università, anche se al momento era presente solo poco personale amministrativo. La vita è tornata alla normalità anche nei negozi e nelle aziende. In tutto il paese, comunque, si segnalano ripetute interruzioni nell'erogazione di energia elettrica.