
Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa. Lo rileva l'ultimo rapporto sullo Stato del Clima Europeo, pubblicato dal servizio Copernicus e dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale. Non si tratta solo di temperature record, ma di un anno segnato da eventi estremi, contrasti climatici e conseguenze drammatiche per milioni di persone. In tutto il continente, le temperature hanno superato ogni precedente.
Le regioni più colpite sono state quelle centrali, orientali e sudorientali. Il caldo non ha dato tregua: nel sud-est dell'Europa si è registrata la più lunga ondata di calore mai vista, con 13 giorni consecutivi sopra la soglia di allerta, che hanno colpito oltre il 55% della regione. Ma non è tutto: piogge torrenziali e tempeste hanno sconvolto molte aree. Almeno 335 persone hanno perso la vita, e circa 413.000 sono state colpite direttamente da alluvioni, frane e danni alle infrastrutture. La tempesta Boris, a settembre, ha causato alluvioni devastanti in Germania, Polonia, Austria, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania e Italia. A ottobre, in Spagna, piogge eccezionali hanno sommerso la provincia di Valencia, lasciando dietro di sé vittime e distruzione. Il 30% dei fiumi europei ha superato la soglia di allerta per alluvioni. Il 12%, addirittura quella di emergenza grave.

Il cambiamento climatico ha segnato anche i ghiacciai: quelli della Scandinavia e delle Svalbard hanno registrato la più alta perdita di massa glaciale mai osservata. Parliamo di 1,8 metri in media per i ghiacciai scandinavi e ben 2,7 metri alle Svalbard. Un'emergenza silenziosa, che contribuisce all'innalzamento del livello del mare e al cambiamento degli ecosistemi. Non a caso, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2025 "Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai".

Una buona notizia arriva dalle città: oggi, il 51% dei centri urbani europei ha un piano di adattamento climatico. Nel 2018 erano solo il 26%. E anche sul fronte energetico si vedono segnali positivi: nel 2024, il 45% dell'elettricità europea è stato prodotto da fonti rinnovabili, superando per la prima volta quella da combustibili fossili in ben 20 Paesi dell'Unione. Il rapporto sullo Stato del Clima Europeo ci mostra un continente in rapido cambiamento. Un'Europa dove il caldo è sempre più estremo, i fenomeni violenti più frequenti e la pressione sulla salute e sull'ambiente sempre più alta. Ma ci dice anche che abbiamo gli strumenti per reagire. Serve consapevolezza, serve azione. E serve farlo ora.
Corrado Cimador