Le Olimpiadi da sempre oltre che un evento sportivo sono anche un’occasione per far fronte alle conseguenze delle vicende politiche internazionali. Questa edizione dei Giochi ha contribuito al disgelo dei rapporti tra Corea del Sud e Corea del Nord. Disgelo che sembra però già in pericolo dopo la conclusione della rassegna a Cinque Cerchi. Sentiamo Davide Fifaco.
Chiaro il messaggio della cerimonia di chiusura della 23esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang, in Corea del Sud. La magnifica coreografia preparata dagli organizzatori ha disposto i portabandiera dei Paesi partecipanti (per la Slovenia Filip Flisar, per l’Italia Carolina Kostner) a disporsi in un enorme cerchio, il sesto, a rappresentare la pace, elemento che completa quindi gli altri cinque cerchi che come noto rappresentano i continenti.
In tribuna anche la figlia del Presidente degli Stati Uniti, Ivanka Trump, ad assistere ai messaggi anti belligeranti a poche ore di distanza dalle annunciate “pesantissime sanzioni imposte contro la Corea del Nord” da parte del padre Donald. Eppure sono passate poco più di due settimane dalla stretta di mano tra Kim Yo-jong, sorella del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, con il presidente sudcoreano Moon Jae-in a sancire la voglia di normalità nella Penisola, anche con la consegna di una lettera al presidente della Corea del Sud, con l’invito a recarsi a Pyongyang per quello che sarebbe il primo vertice bilaterale dal 2007. Sviluppi incredibili fino a qualche tempo fa.
Voglia di normalità che le coreografie, con spettacolari giochi di luce, hanno in tutti i modi sottolineato, rappresentando in aria la mascotte dei giochi come un cielo stellato, che in pochi minuti si è trasformato in un enorme cuore luminoso che vegliava sulle bandiere provenienti da tutto il mondo.
I buoni propositi e le Olimpiadi stesse hanno quindi aperto una schiarita nelle relazioni intercoreane, ma purtroppo non hanno per nulla smussato i contrasti tra Pyongyang e Washington. Kim Jong-un non manifesta alcuna intenzione a sedersi ad un tavolo di trattative per fermare i programmi militari e lo smantellamento dell’arsenale nucleare, gli USA non escludono un’operazione militare per porre fine al regime nordcoreano. Il presidente sudcoreano è invece stato criticato per aver dimostrato troppa disponibilità di fronte al ramoscello di ulivo offertogli dalla controparte nordcoreana. Insomma una situazione ancora molto intricata.
Come intricata, da un punto di vista della giustizia sportiva, è ancora la questione della Russia, che dopo lo scandalo doping di Sochi in questa edizione dei giochi ha visto altri due atleti russi fermati per positività a sostanze dopanti. Quattro in tutto gli atleti trovati finora positivi a PyeongChang, tra questi anche uno sloveno, l’hockeista Žiga Jeglič. Una macchia nera nel curriculum della Slovenia, anche se probabilmente quella di Jeglič è stata più una “leggerezza” che un tentativo di trarre qualche vantaggio: la positività sarebbe dovuta infatti ad un farmaco contro l’asma.
Ora il testimone passa alla Cina: Pechino ospiterà la 24esima edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Appuntamento, come di consueto, fra quattro anni!
Davide Fifaco