Come affermato da Luka Mesec, non si vuole dare alla destra l'opportunità di costruire una campagna elettorale promettendo salari più alti a scapito di un bilancio compromesso. "Un emendamento destinato a ridurre di 800 milioni gli introiti nelle casse dello stato", ha rilevato Mesec, "una cifra che viene spesa annualmente per il funzionamento delle scuole dell'obbligo e che in futuro si rischia di dover pagare di tasca propria". Mesec ha detto che la Sinistra conta di correggere l'emendamento in questione se dalle prossime parlamentari uscirà una maggioranza di centro sinistra di cui farà parte. Altri partiti dell'opposizione, commentando il ritiro della richiesta di referendum ritengono che il tema sarebbe stato strumentalizzato ai fini della campagna elettorale, soprattutto con un referendum abbinato alle parlamentari del 24 aprile. Alenka Bratušek ha osservato che il debito pubblico ha raggiunto i 40 miliardi di euro e che l'imposta sul reddito è la seconda fonte di finanziamento del bilancio statale, attualmente di circa tre miliardi di euro; l'emendamento proposto significherebbe, come sostiene l'opposizione, un taglio come detto di circa 800 milioni. L'ipotesi di abbinare parlamentari e referendum era stata ventilata a suo tempo dal premier Janez Janša, il quale aveva detto che in questo modo si evitavano costi aggiuntivi e di dover andare alle urne per due volte in breve tempo. Per la coalizione di governo, il passo del partito Sinistra significa ammettere di aver commesso uno sbaglio e di aver avuto paura della propria sfida. Marko Pogačnik, deputato dell'SDS si dice contento che abbia prevalso la ragione e auspica che l'emendamento alla legge possa venir approvato dal parlamento. La proposta prevede tra l'altro sgravi di imposta dagli attuali 3.500 euro a 7.500 euro fino al 2025. Contiene altre novità osteggiate da gran parte dell'opposizione secondo la quale sono pericolose per la sostenibilità dei conti pubblici e portano i maggiori vantaggi ai più ricchi.
Delio Dessardo