L'età pensionabile salirà da 65 a 67 anni. Sarà comunque un processo graduale che si concluderà appena nel 2034, con scatti annuali di due mesi. Le novità in cantiere sono state illustrate dal Ministro per il lavoro, la famiglia e gli affari sociali, Ksenija Klampfer. Resterà immutato il numero degli anni contributivi, ossia 40. Insieme all'età pensionabile salirà al 63 percento anche il coefficiente di calcolo per le pensioni di quanti avranno maturato le condizioni per la cessazione dell'attività lavorativa; ciò gradualmente, nell'arco di sei anni. Una delle novità è anche quella di consentire ai pensionati di svolgere un lavoro a contratto. Attualmente ciò non è possibile, in quanto chi percepisce un salario non può ricevere contemporaneamente anche la pensione.
Caute le prime reazioni delle sigle sindacali; l'associazione dei liberi sindacati vede favorevolmente la maggior parte dei provvedimenti, non però l'aumento dell'età pensionabile e il doppio status pensionato-lavoratore. Per la Camera di Economia, le novità proposte dal Ministero del Lavoro rappresentano la base per pensioni più dignitose, si attende comunque di conoscere l'impatto economico di queste novità. È infatti necessario, si rileva, garantire la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale senza ulteriori pesi per datori di lavoro e dipendenti. Diversificate le reazioni delle forze politiche: per l'SDS il sistema previdenziale necessita di cambiamenti, che devono però essere di contenuto, non dei semplici ritocchi; i socialdemocratici chiedono un coinvolgimento di tutti i partner sociali; riserve su alcuni punti della proposta sono state espresse dal Desus; il partito Levica-Sinistra è contrario all'aumento dell'età pensionabile; il partito Alenka Bratušek ritiene che si vada nella giusta direzione, troppo lungo però il periodo per portare al 63 percento la base di calcolo per le pensioni.
Delio Dessardo