Sette decenni dedicati alla promozione della conoscenza e all’approfondimento dei temi storici più complessi in questa nostra complessa area di confine.
L’Istituto regionale per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia celebra i 70 anni di vita. Erede della Deputazione regionale per la storia del movimento di liberazione italiano nella Venezia Giulia, costituito il 20 aprile del 1953 a Trieste da Ercole Miani, Antonio Fonda Savio, Galliano Fogar e Alberto Berti, assunta nel 1982 la denominazione Istituto regionale per la storia del Movimento di liberazione, l’Ente di ricerca di Villa Primc, integrato nella rete dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione con sede a Milano, ha all’attivo uno straordinario bagaglio di studi e ricerche, di attività e supporto didattici, la pubblicazione di un’eccezionale corredo di volumi, manuali e periodici vari, fra cui spicca la rivista “Qalestoria”.
Ha svolto un prezioso ruolo per la promozione della conoscenza dei vari aspetti della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia e di approfondimento dei temi storici più complessi dell’età contemporanea in questa nostra complessa area di confine, proponendo importanti e nuovi sguardi storici sugli spostamenti dei confini e i cambiamenti di sovranità, le guerre, i conflitti nazionali, sull’esodo e le foibe, i percorsi di riconciliazione in quest’area, le grandi sfide politiche e sociali che hanno coinvolto la frontiera adriatica.
Ne parleremo a Meridiani, lunedì 8 maggio alle 21:15, nella puntata condotta da Ezio Giuricin, con i rappresentanti e i principali studiosi dell’Istituto, per fare il punto su questi sette decenni d’intensa attività e sull’importante ruolo svolto sinora dell’IRSREC, tracciare un bilancio della straordinaria opera nel campo della ricerca, della documentazione, della divulgazione storica e del supporto didattico, promossi sinora da un Istituto che ha saputo fare del dialogo e della collaborazione scientifica a tutto campo fra gli storici, fra e oltre i confini, e della volontà di superare ogni preclusione e divisione fra gli studiosi, uno dei punti fondanti della sua azione.