Il mandato 2018-2022 dell'Unione Italiana sta per scadere. Urge trovare la quadra in Assemblea e approvare il nuovo statuto dell'organizzazione, altrimenti si dovrà andare al voto con le regole attuali. La scorsa settimana, a Buie, il massimo organo rappresentativo dell'Unione Italiana ha raggiunto un compromesso su alcuni punti fermi: una riduzione non troppo drastica del numero di consiglieri per consentire a ciascuna comunità di avere almeno un rappresentante e il ritorno all'elezione dei presidenti in sede di Assemblea e non più a suffragio diretto. Le posizioni tra i consiglieri rimangono però ancora molto distanti. È difficile prevedere se il nuovo statuto verrà approvato in tempo utile per le elezioni di quest'anno, considerando che il mandato termina il 18 luglio e lo scadenzario prevede l'indizione delle elezioni 60 giorni prima di tale data.
C'è chi manterrebbe le regole attuali, chi vorrebbe comunque un'Assemblea numerosa, ma senza il voto diretto per i presidenti, e chi non rinuncerebbe a una svolta più radicale e vorrebbe un'assemblea di circa 35 consiglieri, eletti in una o più circoscrizioni, con liste e candidati che facciano campagna elettorale sul territorio. Ciò determinerebbe - secondo i sostenitori di questa linea - una maggiore rappresentatività e spronerebbe i candidati a conguistare il seggio convincendo una platea più ampia di elettori e non solo quelli della "base sicura" della propria comunità. Troppo difficile e dispendioso, secondo altri, fare campagna elettorale su tutto il territorio. Si finirebbe per diminuire la partecipazione attiva nella politica della CNI, mentre l'obiettivo è esattamente l'opposto.
Quante possibilità ci sono di avere un nuovo statuto approvato e registrato entro maggio?
Cercheremo di scoprirlo con i nostri ospiti, vertici e consiglieri dell'Assemblea UI, lunedì 14 marzo a Meridiani, in diretta subito dopo il TG delle 21.