Governo nuovo, nuova maggioranza ma con la stessa guida: Giuseppe Conte ha ricevuto oggi dal Capo dello Stato Sergio Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo.
Conte ha accettato con riserva l’incarico, una decisone attesa visto i punti ancora irrisolti fra Pd e 5 Stelle per arrivare alla definizione della squadra e del programma.
Nella prima dichiarazione Conte ha confermato di voler aprire una fase nuova per la politica italiana. “Non sarà un governo 'contro' - ha detto subito dopo il colloqui con Sergio Mattarella - ma un governo per modernizzare il Paese e per i cittadini”. “Realizzerò un governo nel segno della novità - ha aggiunto -: è quello che richiedono anche le forze politiche”.
“Siamo agli albori di una nuova legislatura Ue - ha affermato - e dobbiamo recuperare il tempo perduto per consentire all'Italia il ruolo da protagonista che merita. Il Paese ha l'esigenza di procedere speditamente”.
Conte avvierà delle consultazioni con le forze che sosterranno il governo. Rispetto alla precedente esperienza al confermato Premier, viene richiesto un ruolo più attivo nella formazione della squadra di governo e nella definizione del programma. Nonostante la volontà di Pd e 5 stelle di formare una nuova maggioranza, non esiste ancora un programma definito, ma soprattutto ci sono contrasti sui posti chiave, su tutti la determinazione di Luigi di Maio nell’ottenere la conferma alla carica di vicepremier, un’opzione ha cui però il Pd è fermamente contrario.
Conte dovrà mediare fra due forze con origini e programmi differenti, e superare anche la diffidenza che è ancora palpabile fra i due partiti. Lo stesso Mattarella seguirà probabilmente da vicino la trattativa che potrebbe richiedere anche più di una settimana, ma non è escluso, secondo le prime indiscrezioni, che qualche nome fra i ministri sia diretta espressione del premier incaricato.
L’altro ostacolo per la durata a lungo termine del nuovo governo saranno poi le divisioni interne ai due partiti di maggioranza, che dovranno fra l’altro trovare sostegno anche da parte dei parlamentari del gruppo misto e dei gruppi minori al Senato: parte del Movimento 5 Stelle non ha ancora digerito la rottura con la Lega e il cambio di fronte con il Pd, mentre nel partito di Nicola Zingaretti l’ala renziana sembra ancora in grado di dettare condizioni, controlla i gruppi parlamentari, e potrebbe condizionare decisamente la vita del nuovo esecutivo.


Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO/Quirinale
Foto: MMC RTV SLO/Quirinale