L'esito delle elezioni rimane estremamente incerto. L'ultimo sondaggio attribuisce 56 seggi all'SDP del giovane Davor Bernardić e ai suoi alleati, tra cui la Dieta democratica istriana, e 55 all'HDZ, ma sono in palio altri tre seggi della diaspora, leggi croati in Bosnia Erzegovina, che vanno tradizionalmente alla destra, più gli otto riservati alle minoranze nazionali che solitamente si schierano con la maggioranza di governo a giochi fatti. Il premier uscente, dopo aver vinto le elezioni interne respingendo l'assalto dei radicali di destra, ha optato per lo scioglimento anticipato del Sabor, per evitare che il voto coincida con le probabili conseguenze economiche della pandemia, ossia della sua seconda ondata, ma nel frattempo c’è stato il sisma che ha colpito Zagabria e la risposta delle autorità locali, ossia del sindaco Bandić, alleato politico di Plenković in parlamento non è stata salutata da applausi. Intanto il coronavirus inciderà sull' affluenza alle urne che sta comunque calando ad ogni nuovo appuntamento elettorale. L'HDZ ha impostato la campagna sul confronto personale tra Plenković e il suo sfidante le cui competenze vengono sminuite di fronte all'esperienza del premier e della considerazione di cui gode negli ambienti europei. D'altro canto, anche nei confronti televisivi Bernardić ha fatto dei parecchi scandali di corruzione causati da tutta una serie di ministri, il proprio cavallo di battaglia. Le europee, con lo stesso numero di seggi dell'HDZ, e le presidenziali con la vittoria dell'ex leader socialdemocratico Milanović, lo hanno premiato costringendo più o meno al silenzio i suoi non pochi critici. Ma la madre di tutte le guerre sono, naturalmente, le politiche. Oltre ai due grandi dovrebbero entrare il neofondato Movimento patriottico del cantante Miroslav Škoro, anni fa dell'HDZ, e candidato dell'estrema destra, arrivato terzo alle presidenziali, poi c’è sempre il Most-Confederazione delle liste indipendenti, la scoperta delle elezioni di cinque e quattro anni fa che alla fine si è confermata conservatrice. Sul versante di sinistra c’è particolare attesa per il risultato di Možemo, la versione croata di Podemos che comprende sei partiti e liste civiche e che si è vista appoggiare anche da Jane Fonda. C’è ancora il blocco liberal-centrista nel quale troviamo anche Dalija Orešković, ex capa della commissione anticorruzione, a suo tempo popolare grazie agli scontri con l'HDZ, Prevale l'opinione che Plenković abbia qualche chance in più, se riuscirà a rappacificarsi con la destra oggi stretta attorno a Škoro, ma in merito non vi è alcuna sicurezza. Forse ci vorranno nuove elezioni e poi chissà, quella grande coalizione che oggi tutti dicono di non volere.


Boris Mitar


Foto: Reuters
Foto: Reuters