Ci piace ricordare su questo tema una poesia di Bertolt Brecht del1933. Si intitola “Lode dell’imparare” e, tra parentesi, riporta come sottotitolo la frase “afferra un libro: è un’arma”. A quel tempo in Germania al potere c’era Adolf Hitler, nominato cancelliere il 29 gennaio di quello stesso anno. In febbraio veniva limitata la libertà di stampa. Il 24 marzo Hitler acquisì i pieni poteri e infine il 10 maggio a Berlino i nazisti bruciarono 20.000 libri di autori non graditi al regime. Gli studenti ebbero l’ordine di bruciare tutti i libri che non corrispondevano all’ideologia nazista. I testi di molti autori stranieri e di tutti gli autori ebrei furono bruciati in enormi falò in tutte le grandi città. Il libro dunque può essere anche un’arma, e di questi tempi efficace anche contro i virus. Ma, a parte questo aspetto, come non porre in primo piano in questi giorni l’importanza dei Giorni del libro in Slovenia, evento dedicato proprio alla diffusione del libro, alla parola scritta e alla lettura. Naturalmente il discorso per questa occasione va anche alla situazione dell’editoria slovena e alla sua produzione nei vari segmenti autoriali, coinvolgendo scrittori, poeti, editori, librai, illustratori, traduttori e gli altri amici del libro. Il festival quest’anno deve fare i conti con le restrizioni imposte dall’emergenza Covid-19 e per gran parte si è trasferito nei mondi virtuali, come del resto facciamo noi da qualche mese con la nostra esistenza. Tuttavia anche dall’esperienza di questi mesi risalta l’importanza del libro e della sua capacità di istruire, far conoscere, divertire, venendo incontro al bisogno primario di noi umani per la lettura. Quest’anno i Giorni del libro in Slovenia, nella loro organizzazione in rete, pongono l’accento soprattutto sull’importanza dell’incontro e dello scambio, seppur virtuale.
Miro Dellore