Le previsioni di breve periodo non sono per niente incoraggianti secondo gli esperti, i quali annunciano un’inflazione dei prezzi dei prodotti energetici, questi stanno già determinando l’interruzione delle catene di approvvigionamento con la mancanza della forza lavoro che sta rendendo particolarmente difficile l’esercizio delle attività imprenditoriali. Tutte queste condizioni, spiegano gli esperti, porteranno inevitabilmente ad aumenti dei prezzi. Ma non tutte le cause che hanno fatto scattare questa spirale inflazionistica è state determinata dal Covid19, come precisa l’economista Marko Jaklič: l’aumento dei costi del trasporto transoceanico non può essere attribuito al covid, il costo del metano è aumentato di sei volte, pure il trasporto, difficilmente riesco a spiegare quanto sta accadendo puntando il dito sull’inverno rigido dell’anno scorso”. A monte della crisi, l’inflazione più alta degli ultimi 13 anni nell’eurozona, sempre secondo Jaklič vi sarebbero anche le guerre politiche e tecnologiche portate avanti dalle potenze mondiali, come quella che riguarda la carenza dei chip: “Si tratta di un castello di carte basato su equilibri molto fragili”. Secondo le previsioni ottimistiche mosse dall’economista Črt Kostevc invece le cause principali che stanno alimentando l’inflazione spariranno entro primavera del prossimo anno. Entrambi però Jaklič e Kostevc si dicono preoccupati per il fenomeno della cosiddetta “stagflazione” nella quale sono contemporaneamente presenti sia un aumento generale dei prezzi, sia una mancanza di crescita economica in termini reali. A causa della carenza delle materie prime le aziende potrebbero ridurre i livelli della produzione. La Revoz di Novo Mesto a causa della crisi dei chip ha licenziato già 350 dipendenti, mentre stanno diminuendo la produzione pure l’Adria Mobil e la Unione.

Dionizij Botter

 Foto: Pixabay
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