La macro-collezione di mini-opere avviata una decina di anni fa dall’imprenditore veneto Luciano Benetton, che oggi conta più di 25.000 pezzi, si pone quale obiettivo la mappatura dello stato dell’arte contemporanea mondiale. “Imago Mundi” è il titolo significativo del progetto no profit, nato casualmente dall’incontro di Benetton con l’artista equadoregno Miguel Betancourt, che gli fece dono di un suo piccolo quadro di 10 per 12 centimetri, quasi un biglietto da visita. Un formato che è diventato vincolante anche per quanti successivamente hanno aderito al progetto.[x]Nelle foto di Andrea Lasorte alcune immagini della mostra “Join the Dots/Unire le distanze”, promossa da Luciano Benetton e presentata dall’imprenditore in persona al Salone degli incanti, nell'ambito del progetto "Imago Mundi". Sarà visitabile fino al 2 settembre. Quaranta delle 150 collezioni che compongono a tutt’oggi il progetto, pari a 6.354 pezzi, sono esposte al Salone degli Incanti. Si può definire senz’altro spettacolare questa rassegna del tutto originale e inedita nel suo concetto di fondo, altamente significativa anche sul piano dei propositi e delle potenzialità, essendo itinerante favorisce il dialogo tra popoli e culture nell’attuale società globalizzata. Allestita rispettando il format predefinito le opere sono ospitate in grandi bacheche disegnate dall’architetto veneziano Tobia Scarpa, raccolte in collezioni tematiche, facenti capo ad un Paese, a un popolo o ad una comunità nativa e alla sua storia culturale. La mostra Imago Mundi ospita fino al 2 settembre al Salone degli Incanti di Trieste – ex Pescheria nomi di artisti celebri, ma anche quelli di giovani che hanno fatto da poco il loro ingresso nel mondo dell’arte.