Si può 'volgarizzare' Dante, la sua poesia, il suo immaginario, per riportarlo all'altezza dei più piccoli? La risposta è certamente sì, o per essere più precisi i tentativi sono di lunga data, visto che la tradizione delle riduzioni e delle rivisitazioni della Divina Commedia risale almeno alla prima metà dell'Ottocento.
Il Dante per ragazzi è un aspetto curioso e interessante della fortuna secolare del poeta, spiega Giovanna Frosini, storica della lingua italiana che ha curato (con Giuseppe Polimeni) un prezioso volume dell'Accademia della Crusca su "Dante, l'italiano", in cui l'eredità dell'Alighieri è indagata da molteplici punti di vista.
"Dante è veramente popolare, nel senso che la sua fortuna non ha riguardato soltanto gli studiosi, non ha riguardato sotanto la sua sopravvivenza letteraria, il fatto che sia diventato una delle Tre Corone, tradizionalmente e giustamente etichettato come padre della lingua italiana. Questi sono dati di fatto. Ma Dante è entrato anche nell'immaginario. Nel saggio di Giovanni Battista Boccardo pubblicato all'interno del volume c'è un riferimento molto interessante e curioso: si racconta che il figlio di dieci anni del notaio Lapo Mazzei, amico di Francesco Datini, cioè di uno dei più grandi mercanti di fine Trecento, annotava e trascriveva per ben venti volte di seguito su un suo quadernetto di esercizi di scrittura una terzina del primo canto dell'Inferno".
Dunque Dante usato per i bambini.
"Sono famose le riduzioni della Commedia, che risalgono alla metà del Novecento, per i fumetti di Walt Disney, Topolino e Paperino. Nel libro ne parla Daniela Pietrini, ricostruendo anche l'attenzione linguistica con cui quelle riduzioni vennero fatte, e ci sono anche fumetti più recenti. Quindi è veramente una fortuna pervasiva e generale. Possiamo dire che Dante è stato sempre ben noto anche ai ragazzi. Certo, non sempre è stato così favorevolmente accolto. Nella prima metà dell'Ottocento un uomo di chiesa sconsigliava ai giovinetti di leggere le opere di questo 'stolto Ghibellino'".