
Sono state coperte le due porte d'ingresso della basilica del Rosario a Lourdes sulle quali compaiono i mosaici di Marko Ivan Rupnik, il sacerdote sloveno, accusato di abusi sessuali e fisici su alcune suore, che con vere e proprie manipolazioni erano state trasformate dal prete in vere e proprie schiave sessuali, sfruttate anche per la produzione nei suoi atelier di mosaici, che lo hanno consacrato negli scorsi decenni in uno dei più apprezzati artisti di soggetti sacri a livello mondiale.
E proprio a lui erano stati commissionati i nel 2008, in occasione del 150esimo anniversario delle apparizioni, due giganteschi mosaici che adornano l'intera facciata della basilica Notre-Dame du Rosaire a Lourde, i quali già da luglio, però, non venivano più illuminati durante le processioni notturne in attesa di capire come gestire la loro presenza, che davanti alle accuse di violenza, si era fatta in qualche modo ingombrante.
Il vescovo di Lourdes, monsignor Jean-Marc Micas , ha definito questa seconda iniziativa “un nuovo passo simbolico”, fatto proprio in occasione del Giorno della memoria e di preghiera per le vittime degli abusi sessuali commessi nella Chiesa che si celebra il 28 marzo . Una scelta necessaria, ha spiegato Micas, perchè “la questione non è, infatti, quella di scindere l'artista dall'opera - come finora si è voluto erroneamente fare intendere - ma quella se è possibile scindere l'arte, cioè i mosaici, dall'abuso stesso e questo non è in alcun modo possibile, perché proprio durante la realizzazione delle opere e con riferimento alle stesse - opere esposte nei luoghi di culto più importanti al mondo - Rupnik ha abusato di alcune delle vittime". Un gesto in sostegno delle donne che hanno denunciato gli abusi, che attraverso la loro legale hanno invitato anche altri vescovi nelle cui diocesi sono presenti opere del famoso mosaicista, a seguire la strada di Lourdes.
Barbara Costamagna