È stato raggiunto nella notte l’atteso accordo sul salario minimo europeo. La Commissione Affari Sociali del Parlamento Europeo ha infatti definito il testo della direttiva che ora dovrà essere approvato dal Parlamento, che però non può più emendare il testo, e ratificato dal Consiglio.
Il testo non fissa delle cifre massime o minime, ma prevede dei criteri per stabilire salari minimi adeguati ed equi.
Si tratta di una norma attesa, anche perché finora ogni paese ha fatto un po’ da sé. Sei stati, Italia, Danimarca, Finlandia, Austria, Svezia, e Cipro, non hanno una regolamentazione in materia, mentre in altri 21 il salario minimo esiste già, ma con grandi differenze: si va dai 332 euro al mese della Bulgaria ai 2.257 del Lussemburgo. Solo in otto Stati, fra i quali la Slovenia, si superano i mille euro di paga minima.
Il principio seguito dalla commissione è quello di rispettare le normative degli stati membri, ma a patto di garantire un tenore di vita dignitoso a tutti i lavoratori, limitando i contratti precari e sottopagati e riducendo le disuguaglianze.
Tra i punti della proposta europea si indica anche la necessità di legare i salari all’inflazione, valutando anche le spese sostenute per ogni attività lavorativa.
La nuova direttiva europea potrebbe così essere approvata definitivamente entro giugno, facendo scattare un periodo di due anni per il recepimento negli ordinamenti nazionali. Le regole fissano però degli obiettivi ma non un obbligo per gli stati.
"Nei nostri orientamenti politici - ha scritto su twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo l'accordo raggiunto in nottata - avevamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell'UE. Con l'accordo politico di oggi su salari minimi
adeguati rispettiamo la promessa. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro renda".
"Una tappa importante per l'Europa sociale" ha commentato minvece la presidenza di turno francese dell'Ue, "nel pieno rispetto delle diversità nazionali, il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva".
Alessandro Martegani