Le decisioni rappresentano persino un passo indietro rispetto alle ambizioni dei due paesi e alle promesse dell'UE. Il Segretario di Stato agli Affari europei, Gašper Dovžan, ha espresso comunque soddisfazione per l'esito della riunione, in quanto è stato possibile raggiungere l’unanimità su un documento armonizzato dalla presidenza di turno slovena. Le conclusioni sull'allargamento vengono tradizionalmente prese alla fine dell'anno sulla base di un rapporto relativo ai progressi fatti dai candidati e il compromesso di ieri non era per niente scontato, per tale motivo la vicepresidente dell'esecutivo europeo responsabile per i valori e la trasparenza, Vera Jourova ha ringraziato la Slovenia per quanto ottenuto. L'approvazione delle conclusioni era politicamente importante, in caso contrario si sarebbe ripetuto il fallimento di un anno fa, mettendo in discussione l'unità e l'atteggiamento dell'Europa nei confronti dell'intero processo di allargamento. In questa fase la questione più urgente era rappresentata dall'avvio dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania e non c’è stato purtroppo alcun passo in avanti. La Macedonia, lo ricordiamo, ha lo status di paese candidato dal dicembre 2005, l'Albania dal giugno 2014. La Commissione Europea aveva sollecitato sia nel 2020 che nell'ottobre di quest'anno l'avvio delle trattative con i due paesi, la stessa Slovenia si era impegnata per una svolta entro la chiusura del suo semestre di presidenza. Le conclusioni approvate ieri dai ministri, al posto di fissare un calendario concreto "entro la fine dell'anno", indicano invece un termine molto generico "il prima possibile". L'esecutivo comunitario ha più volte valutato che Skopje e Tirana soddisfano le condizioni per l'inizio dei negoziati di adesione e nel marzo 2020 anche i paesi dell'UE avevano dato luce verde. Poi però si è messa di mezzo la Bulgaria, che blocca il processo a causa dei contrasti bilaterali con la Macedonia del Nord.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO
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