Nonostante le aspettative dei giorni scorsi, tutto lascia pensare che i capi di governo riuniti in videoconferenza per il Consiglio europeo di questo pomeriggio si saluteranno senza novità sostanziali sulla trattativa su mezzi e finanziamenti per rilanciare e sostenere l’economia del continente.
I problemi sono ancora tutti sul tavolo, nonostante la bozza approvata dall’Eurogruppo, e si continua a dibattere se alimentare l’economia dei paesi membri in difficoltà con strumenti nuovi, come il recovery fund o l’emissione di titoli comuni, oppure facendo ricorso a mezzi già esistenti come il fondo salvastati, anche se depurato dai vincoli troppo stringenti per le economie in difficoltà.
In questa situazione il Consiglio Europeo potrebbe limitarsi ad appoggiare la decisione presa dall’Eurogruppo, che aveva approvato un piano per la ripresa da 540 miliardi di euro, con un ricorso al Mes senza condizionalità, finanziamenti dalla Banca europea per gli investimenti e un piano antidisoccupazione da 100 miliardi, senza però dare risposte sugli strumenti come il recovery fund, una soluzione di ripiego rispetto agli Eurobond chiesti dall’Italia.
Del resto lo aveva ipotizzato anche il premier italiano Giuseppe Conte intervenendo alle Camere: il prossimo Consiglio europeo, visto fino alla scorsa settimana come un punto di svolta per il futuro dell’Europa, non sarà risolutivo.
Da una parte i paesi più rigorosi come l’Olanda guardano con diffidenza a un’apertura di credito senza condizioni a paesi già fortemente indebitatati come l’Italia, ma anche la Spagna o la Francia, dall’altra soprattutto questi tre paesi, ma anche altri come la Slovenia, chiedono un’azione che dimostri concretamente la solidarietà e la coesione europea, come dei titoli comuni che estendano a tutti il peso del debito. La Spagna in particolare punta sulla la soluzione del “debito perpetuo”, un credito che verrebbe concesso dall’Europa a interessi bassi o a costo zero, e senza una data per la restituzione.
Nessuno al momento sembra voler rompere la trattativa e impuntarsi, ma non c’è nemmeno la volontà di decidere. La Commissione europea ha però elaborato una proposta di recovery fund da 300 miliardi, all’interno di un bilancio pluriennale da 2000 miliardi di euro che prevede anche l’emissione di obbligazioni europee.
Un invito alla coesione è giunto a poche ore dalla riunione dalla cancelliera Angela Merkel che, parlando al Bundestag, ha ricordato come “l’Europa non è l'Europa se non si è pronti a sostenersi gli uni con gli altri”. “Nei tempi di un’emergenza non si ha colpa”, ha aggiunto” riusciremo a superare questa prova gigantesca solo come società e come Europa”.
Alessandro Martegani