Il rapporto del Consiglio d'Europa, denominato "Soluzioni digitali per la lotta contro il Covid-19", analizza l'influenza del quadro normativo e delle politiche sul diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali. Il documento comprende inoltre una revisione approfondita delle app per il tracciamento dei contatti con persone affette da coronavirus e gli strumenti di controllo e rileva che i paesi utilizzano le app principalmente per il monitoraggio dei contatti con i contagiati, l'autodiagnosi ed il rispetto delle ordinanze di quarantena. Dal rapporto emergono inoltre carenze nel rispetto della convenzione 108 del Consiglio d'Europa per la protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati personali.
Tra i paesi con carenze nella protezione dei dati personali viene menzionata anche la Slovenia. Le autorità sanitarie slovene - come quelle ungheresi e greche - condividono infatti l'elenco delle persone affette da Covid con la polizia e le autorità amministrative.
Il Consiglio d'Europa si dice inoltre rammaricato per il fatto che i paesi non siano riusciti ad accordarsi per un'unica app di tracciamento dei contatti; a causa dei molti sistemi diversi, l'efficienza delle applicazioni risulta infatti limitata.
Dal rapporto si evince inoltre che tra i 55 paesi che hanno ratificato la convenzione 108, 26 hanno optato per un approccio decentralizzato per il monitoraggio dei contatti con i contagiati, tra cui la Slovenia, 14 hanno scelto un approccio centralizzato, 10 invece stanno ancora sviluppando le app o stanno decidendo se svilupparle e condividerle con altri paesi. 5 stati hanno infine deciso di rinunciare alle app per il tracciamento dei contatti.
E. P.