Immediata la smentita del Cremlino secondo cui la struttura è già in precedenza stata sgomberata per venir usata come base dai battaglioni nazionalisti. Sul piano diplomatico c’è attesa intanto per l'incontro, in Turchia, dei ministri degli Esteri di Kiev e Mosca, Dmytro Kuleba e Sergey Lavrov. Al meeting potrebbe far seguito un nuovo round di negoziati. Molto dipende dall'esito del primo incontro tra rappresentanti di alto livello da entrambi i paesi coinvolti nel conflitto, iniziato il 24 febbraio con l'invasione militare russa. In merito, uno dei negoziatori che ha preso parte ai colloqui di pace ha annunciato l'intenzione della delegazione russa di non cedere su nessun punto negoziale. L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha intanto ipotizzato un coinvolgimento attivo della Cina nei negoziati in quanto Paese che in questo momento ha più influenza su Mosca. Borrell ha inoltre assicurato che la Nato non ha intenzione di entrare in guerra in nessun momento perché la priorità rimane evitare che il conflitto si allarghi e di conseguenza lo scoppio della terza guerra mondiale. La diplomazia oggi al lavoro anche a Versailles, dove è in programma un vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue. All'ordine del giorno la crisi ucraina e le relative conseguenze; i 27 si impegneranno ad aumentare in maniera significativa le spese per la Difesa ed eliminare gradualmente la dipendenza dall'import di gas, petrolio e carbone dalla Russia. Da parte sua, la Camera dei rappresentanti statunitense ha invece votato con un'ampia maggioranza bipartisan il divieto di importazione di prodotti energetici russi. Il Fondo monetario internazionale ha intanto approvato un pacchetto da 1,4 miliardi di dollari in aiuti urgenti per far fronte alla "gravissima crisi umanitarie ed economica" in Ucraina. Nella sola giornata di ieri sono state 35 mila le persone che sono riuscite a lasciare le città assediate dalle forze russe.
Maja Novak