La due giorni del XVII Forum Strategico di Bled ha mostrato in modo plastico i due volti dell'esecutivo sloveno. In termini di politica estera la macchina politica ha inserito il turbo per dare una prospettiva nuova a livello internazionale. Da un lato gli sforzi per assicurarsi un seggio come membro NON permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dall'altro un insolito dinamismo per contribuire in modo concreto all'allargamento dell'Unione europea ai Balcani occidentali, definito obiettivo strategico della Slovenia dalla ministra degli Esteri, Tanja Fajon. In termini di politica interna, invece, il partito di governo Movimento Libertà ha dovuto fare i conti con la rinuncia alla corsa presidenziale da parte di Marta Kos, che i sondaggi davano in netto ritardo rispetto agli altri candidati.
Al Forum il premier Robert Golob, leader del partito di maggioranza, ha avuto un profilo basso. E' probabile che sia stato concentrato più sul caro-energia e sulle dinamiche politiche interne che non sulla possibilità di tessere la tela della politica internazionale, ma la differenza con edizioni precedenti è stata notevole, complici anche defezioni non marginali dell'ultimo minuto.
Nei prossimi giorni Golob sarà a Parigi per incontrare Macron e affrontare i due temi che hanno caratterizzato i dibattiti sulle sponde del lago di Bled: interventi strutturali per affrontare il caro-energia e allargamento dell'Europa ai Balcani occidentali, argomenti che sono ormai entrati a far parte dell'agenda continentale.
Valerio Fabbri