La Commissione europea ha dato alle grandi industrie automobilistiche la “licenza di inquinare". Nel giorno in cui l'Ue deferisce alla Corte di giustizia sei paesi membri tra cui l'Italia per non aver contrastato l'aumento dello smog, tre grandi capitali europee fanno il passo inverso e denunciano agli stessi giudici di Lussemburgo proprio l'esecutivo comunitario. (NOx) da parte dei veicoli diesel durante le prove in condizioni di guida reali.
Lo scandalo dieselgate
Il caso nasce sulla scorta dello scandalo “dieselgate”, ossia della scoperta che grandi case automobilistiche, in particolare la tedesca Wolkswagen, hanno “truccato” i dati sulle emissioni delle auto a diesel. Una vera e propria frode su larga scala, che negli Usa è stata punita con pesanti ammende, mentre nell'Ue i consumatori aspettano ancora un adeguato risarcimento.
Cosa chiedono le tre capitali
Le tre capitali puntano il dito contro le norme varate dalla Commissione europea dopo i negoziati con Parlamento e Stati membri e che consentono ai produttori di automobili e veicoli commerciali leggeri di superare del 110% il limite di 80 mg/km di NOx per i nuovi modelli a partire dal settembre 2017. da settembre 2019. Il margine di tolleranza, secondo questo regolamento, sarà ridotto al 50% per i nuovi modelli da gennaio 2020 e per i nuovi veicoli a partire dal gennaio 2021. Risultato: il massimale effettivo per il NOx è aumentato da 80 a 168 mg/km e si stabilirà infine a 120 mg/km. Per questo, Parigi, Madrid e Bruxelles parlano di una "regressione della legislazione europea in materia di ambiente e salute pubblica".
Per Lorelei Limousin del Climate Action Network, "i produttori di automobili sono in gran parte responsabili della crisi dell'inquinamento atmosferico, che causa 460.000 morti premature ogni anno in Europa. Le autorità europee devono imparare la lezione e resistere al lobbismo delle case automobilistiche, rafforzando le normative ambientali sui veicoli".
"I cittadini di Parigi e delle città di tutto il mondo chiedono di respirare aria pulita", ha dichiarato Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, che aggiunge: "Sarebbe un tradimento dei cittadini europei che le case automobilistiche e le lobby industriali possano dettare le regole che regolano alcuni dei loro prodotti più inquinanti. Abbiamo bisogno che l'Unione europea ci sostenga e non che dia una protezione normativa all'inquinamento atmosferico".
I possibili dubbi della Corte Ue
La questione centrale che dovrebbe essere decisa oggi dalla Corte europea di Lussemburgo è se le autorità locali, come Bruxelles, Parigi e Madrid, abbiano o meno il diritto di chiedere l'annullamento di una normativa Ue. Il 4 maggio un ricorso simile da parte di un gruppo di 1.429 persone, per lo più francesi, era stato archiviato dalla Corte perché i ricorrenti, stando alla decisione dei giudici di Lussembrugo, non avevano “dimostrato la natura reale e certa o personale dei danni denunciati”.
Dario Prestigiacomo
Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue