Com'era prevedibile i capi di stato e di governo dei 27 hanno assegnato alla Bosnia-Erzegovina lo status di Paese candidato all'adesione Ue. A sei anni dalla richiesta, il Paese balcanico è diventato l'ottavo candidato ufficiale per l'adesione all'Unione. Per Sarajevo si apre ora un cammino di implementazione delle riforme fondamentali nei settori dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali, del rafforzamento delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione. "L'endorsement dei leader è una grande occasione offerta alla Bosnia ed Erzegovina per spingere sulla strada della riforme e imbarcarsi davvero sul cammino europeo", ha sottolineato l'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: "È un grande passo per il Paese e per tutta la regione". Non nasconde la sua gioia il premier sloveno Robert Golob secondo il quale l'assegnazione dello status di Paese candidato Ue alla Bosnia Erzegovina è "una delle decisioni politiche geostrategiche più importanti accolte negli ultimi tempi dall'Unione europea". Ora la Bosnia Erzegovina ha davanti un percorso non facile ma chiaro. Prima di tutto dovranno essere applicate le 14 riforme convenute nel 2019 e quelle richieste dalla Commissione. Dopodichè si affronteranno i capitoli di negoziazione veri e propri, fino alla firma del Trattato di adesione. (a.c.)
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