La Commissione Europea ha invitato gli Stati membri ad attuare altre misure invece dei controlli sistematici alle frontiere interne per combattere l'immigrazione clandestina. Le misure proposte includono controlli mobili, controlli di polizia nelle zone di frontiera e l'uso di tecnologie moderne. Secondo la Commissione i controlli alle frontiere interne potrebbero essere evitati anche attraverso una maggiore cooperazione tra gli Stati membri. Nella raccomandazione adottata da Bruxelles vengono incoraggiate misure alternative, evidenziando che l'Austria effettua controlli dal 2015 ai valichi di frontiera con la Slovenia, Lubiana ha reintrodotto i controlli sul confine con Croazia e Ungheria e l'Italia li fa sul confine sloveno. Tra le varie cose, la Commissione ha raccomandato agli Stati membri di limitare i controlli sistematici a condizioni estreme e di dare priorità ai controlli mobili e ad aumentare l'uso della tecnologia moderna. Un altro consiglio è che nel caso venga reintrodotto il controllo si valuti l'impatto sul flusso del traffico, e che i Paesi che devono affrontare movimenti illegali dovrebbero farlo rafforzando i controlli nelle zone limitrofe delle frontiere interne. Secondo Bruxelles i movimenti illegali all'interno dell'Europa dovrebbero essere limitati rafforzando la lotta contro il traffico di clandestini, adottando misure armonizzate e una cooperazione rafforzata con le agenzie Europol, Eurojust e Frontex, e inoltre dovrebbero essere istituiti dei punti di contatto permanenti per il coordinamento finalizzato a rispondere a minacce all'ordine pubblico o alla sicurezza interna. Il consiglio della Commissione è di rivedere e regolare le strutture di contatto per una maggiore cooperazione. La Commissione ha anche pubblicato un rapporto sulla consultazione ufficiale che ha visto protagonisti tra il maggio e il novembre scorsi gli Stati membri che da anni effettuano controlli alle frontiere interne di Schengen.
Franco de Stefani