È un 2021 lunghissimo per la politica in Bulgaria. Dopo l'ennesimo tentativo di formare un governo andato a vuoto, questa volta da parte del Partito socialista, il paese si prepara a tornare alle urne per la terza volta nel corso dell'anno, dopo le consultazioni inconcludenti di aprile e luglio.
La Bulgaria si trova quindi in un vero e proprio stallo: l'ex premier di centro-destra Boyko Borisov, che ha dominato il panorama politico per un decennio, è stato sconfitto ed isolato, ma né il movimento antisistema "C'è un popolo così" del popolare cantante e showman Slavi Trifonov, nuovo beniamino dell'elettorato, né i cosiddetti "partiti della protesta”, che l'anno scorso hanno riempito le piazze contestando Borisov, sono riusciti a creare un'alternativa di governo.
Ora resta quindi da scegliere una data per le ennesime elezioni anticipate, tenendo presente che quelle presidenziali sono già state messe in calendario per il 14 novembre. Alcuni partiti, tra cui GERB, guidato da Borisov, puntano a far convergere le due consultazioni in un'unica data.
L'attuale presidente Rumen Radev, indipendente eletto coi voti socialisti, che punta ad un nuovo mandato, si è però detto assolutamente contrario, sostenendo che il mix elettorale va contro lo spirito di separazione dei poteri e delle istituzioni dettato dalla costituzione.
E mentre la politica si azzuffa, la Bulgaria ha riguadagnato in queste settimane il triste primato di paese con la più alta mortalità da COVID-19 in UE, e resta fanalino di coda nelle vaccinazioni.
Francesco Martino