Foto: EPA
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Sempre meno abitanti, sempre più vecchi, e con campagne e piccoli centri sempre più vuoti a danno della capitale, Sofia. È questo il quadro impietoso che emerge dai dati preliminari dell'ultimo censimento in Bulgaria, condotto in condizioni di emergenza pandemica tra settembre e ottobre del 2021.
Oggi i bulgari sono poco più di sei milioni e mezzo, a confronto dei 7,3 milioni registrati nel 2011, con una decrescita di quasi 850 mila unità - pari all'11,5% della popolazione - in appena un decennio.
Anche la struttura della popolazione è cambiata sensibilmente, approfondendo processi già emersi negli ultimi anni. Sempre di più gli anziani, col 23,9% dei censiti oltre i 65 anni, e sempre meno giovani, con appena il 14% sotto i diciassette.
Sempre più vuote anche le campagne ed i centri minori: solo la capitale Sofia ha registrato un aumento della popolazione, di circa il 14%. Tutte le altre provincie hanno invece meno abitanti, con picchi di meno 26% in quelle più economicamente svantaggiate come Vidin e Dobrich.
Continua quindi a ritmi sostenuti il progressivo spopolamento della Bulgaria, spinto da tasso di crescita negativo e dalla forte emigrazione verso l'estero. Una questione che preoccupa fortemente le autorità di Sofia, che però non sembrano in grado di proporre misure concrete per fermare o invertire la tendenza.
Alla caduta del regime comunista i bulgari erano quasi nove milioni: secondo proiezioni dell'ONU, entro il 2050 il numero degli abitanti potrebbe calare ulteriormente fino a 5,4 milioni.


Francesco Martino