La Slovenia e dodici altri Paesi membri dell'Unione Europea hanno raggiunto un accordo sui criteri per il rilascio del cosiddetto "certificato verde digitale" che faciliterebbe il flusso di turisti durante la pandemia. L'accorso è stato raggiunto a Vienna. "Il nostro obiettivo è implementare il certificato verde digitale, quanto prima e, se possibile, in una forma uniforme a livello dell'UE" - ha detto il ministro austriaco del turismo Elisabeth Koestinger. I paesi firmatari sottolineano che il turismo nel 2019 ha rappresentato il 10 per cento del PIL europeo, ora a causa della pandemia, il settore sta lottando per la sopravvivenza. Slovenia, Croazia, Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Malta, Portogallo e Spagna hanno concordato sette criteri per il rilascio del certificato verde digitale che dovrebbe venir adottato al più tardi all'inizio di giugno. Per facilitare la libera circolazione sicura all'interno della Ue durante la pandemia, il certificato è indispensabile è stato detto. Rappresenta la prova che una persona è stata vaccinata contro Covid-19, ha ricevuto un risultato negativo del test o si è ripresa dal virus. La forma digitale includerà anche un codice QR per garantire la sicurezza e l'autenticità del certificato. "Ciò permetterà un utilizzo molto facile e al contempo sicuro e pratico su tutto il territorio nell'UE: dal check-in negli aeroporti, alla visita in un agroturismo" - ha affermato il ministro del turismo austriaco - e aggiunto che in ogni caso "il certificato" non va inteso come una costrizione alla vaccinazione. Ad ogni modo i dati sanitari sensibili dei titolari del certificato verde digitale rimarrebbero custoditi nel paese di origine e non verrebbero archiviati a livello centrale, ossia a livello comunitario. Un ulteriore obiettivo sarà poi quello di armonizzarlo con i paesi terzi. L'elenco dei criteri proposti dai 13 verrà sottoposto al controllo della Commissione Europea, che dovrebbe prendere una decisione sull'attuazione nei prossimi giorni.
Corrado Cimador