Nella bozza del testo vengono delineanti "i parametri per una partnership ambiziosa, ampia, profonda e flessibile" tra Ue e Regno Unito. La premier britannica, Theresa May, ritiene che l'accordo "metterà una volta per sempre fine alla libertà di movimento, alla giurisdizione della corte europea" sulla Gran Bretagna e "all'invio di vaste somme di denaro verso Bruxelles". L'intesa "onora la volontà espressa dal popolo britannico nel referendum" in vista dell'uscita dall'Ue il 29 maggio 2019, ha detto ancora May, assicurando che anche in futuro verranno preservati sia la cooperazione con i Paesi dell'Unione nel settore Sicurezza che i rapporti commerciali "senza dazi".
Ma secondo il leader laburista britannico, Jeremy Corbyn, le 26 pagine dell'accordo sono soltanto chiacchiere. L'intesa infatti si limita a sancire la transizione, per il resto sono solo vaghi auspici o rinvii sui temi chiave, tra cui il confine irlandese, la pesca e la cooperazione tecnologica. Corbyn ritiene che il governo May abbia fallito nei negoziati, lasciando il Paese senza "nessun piano per il futuro" e con "barriere nei rapporti commerciali" a transizione conclusa.
La bozza di dichiarazione politica prevede però che il periodo di transizione post-Brexit - che inizierà il 29 marzo prossimo e dovrebbe concludersi a fine 2020 - potrà essere prorogato per altri 2 anni, quindi fino alla fine del 2022. Questo dovrebbe consentire di mettere a punto i futuri rapporti economici e commerciali tra il Regno unito e l'Unione Europea.