Google non ha rispettato le regole sulla concorrenza, abusando della propria posizione dominante. Con questa motivazione il Tribunale dell'Unione europea ha rigettato il ricorso che la società che gestisce gran parte dei servizi più utilizzati sulla rete, Google, aveva presentato contro la decisione della Commissione europea di multare la multinazionale del web per 2,42 miliardi di euro.
La procedura era partita undici anni fa su segnalazione di altri colossi del web come TripAdvisor e Twenga. Secondo la Commissione, e ora anche secondo il Tribunale, che è l’organismo giurisdizionale di primo grado per i ricorsi contro gli atti comunitari, la società avrebbe abusato della propria posizione dominante dando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti, Google Shopping, mettendo così in atto un comportamento anticoncorrenziale.
“Google – dicono i giudici europei - si è allontanata dalla concorrenza nel merito”, dando condizioni più favorevoli del suo servizio, evidenziato all’inizio delle ricerche, e penalizzando i servizi concorrenti, inseriti nei risultati generici. I giudici di Lussemburgo hanno anche sottolineato come Google non abbia dimostrato alcun aumento di efficienza delle proprie scelte tale “da compensare effetti negativi sulla concorrenza”.
La Commissione europea aveva quindi “correttamente riscontrato effetti dannosi sulla concorrenza” in undici Stati membri, tra cui Italia, Regno Unito e Norvegia.
Google dovrà ora decidere se impugnare la sentenza dinnanzi alla Corte di giustizia europea, passo che sembra molto probabile. “Il giudizio del Tribunale – ha detto un portavoce di Google - si riferisce a una serie di fatti molto specifici, e già nel 2017 abbiamo apportato modifiche per ottemperare alla decisione della Commissione Europea”.
Alessandro Martegani