Foto: Reuters
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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto a tutte le nazionalità e gli attori politici della Bosnia ed Erzegovina di rispettare le disposizioni degli Accordi di pace di Dayton e della Costituzione del paese. È importante impegnarsi in un dialogo sincero, aperto e costruttivo per preservare l'unità e la stabilità politica della Bosnia ed Erzegovina, recita ancora l'appello del Consiglio di Sicurezza Onu, sottolineando che è necessario evitare approcci conflittuali, preservare la pace e promuovere la stabilità, affinché le controversie possano essere risolte in uno spirito di consenso.
Il documento invita tutte le parti ad astenersi da una retorica provocatoria ed esprime sostegno all'operazione EUFOR Althea, che opera in conformità al suo mandato. Precisa, inoltre, che il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite rimane impegnato a favore della sovranità, dell'indipendenza, dell’unità e dell'integrità territoriale della Bosnia ed Erzegovina, in conformità con gli Accordi di pace di Dayton.
La dichiarazione è stata approvata all’unanimità, fonti diplomatiche hanno però affermato che è stato necessario un maggiore coordinamento con Russia e Stati Uniti.
Durante la discussione sulla Bosnia ed Erzegovina una settimana fa, anche su iniziativa della Slovenia, è stata espressa preoccupazione per il peggioramento della crisi politica ed è stata chiesta una de-escalation delle tensioni nel paese. La situazione, lo ricordiamo, è peggiorata ulteriormente dopo l'emissione dei mandati d'arresto nei confronti del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, del primo ministro, Radovan Višković, e del presidente del parlamento, Nenad Stevandić. Il 26 febbraio, infatti, il tribunale della Bosnia ed Erzegovina ha condannato Dodik ad un anno di prigione e a sei anni d'interdizione dai pubblici uffici per non aver rispettato l'autorità dell'alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, Christian Schmidt.