La lettera, sottoscritta dagli eurodeputati Irena Joveva, Klemen Grošelj, Ljudmila Novak, Franc Bogovič e Milan Brglez era stata indirizzata al Cancelliere austriaco Karl Nehammer, al ministro dell'Interno austriaco Gerhard Karner e al commissario europeo agli affari interni, Ylva Johansson. Quest'ultima dice di concordare pienamente con la Corte di Giustizia dell'UE, secondo cui tale controllo dovrebbe essere soltanto una misura eccezionale in caso di emergenza, un provvedimento estremo imposto per un periodo limitato nel tempo, non oltre i sei mesi. Johansson ricorda che la commissione europea si adopera affinché' i paesi dell'UE reagiscano a potenziali minacce migratorie con altri mezzi, come controlli di polizia proporzionati al rischio e attraverso una stretta collaborazione tra le forze dell'ordine dei paesi confinanti, cercando soluzioni che forniscano il giusto equilibrio tra libera circolazione ed elevato livello di sicurezza. A fine aprile, lo ricordiamo, la Corte di Giustizia europea si era espressa sul controverso tema dei controlli alle frontiere all'interno dell'area Schengen, una pratica che si è diffusa durante la crisi migratoria e di nuovo durante l'epidemia di coronavirus. Riguardava i controlli alle frontiere di lunga data dell'Austria con Ungheria e Slovenia. Introdotti nel novembre 2017 sono durati fino a maggio 2022, adducendo come motivo la minaccia terroristica. Dal 12 maggio Vienna ha mantenuto in vigore il provvedimento giustificandolo con il rischio di contrabbando di armi dall'Ucraina. Ad inizio giugno anche il tribunale amministrativo della Stiria austriaca ha decretato che i controlli effettuati dall'Austria ai confini dal 2017 in conseguenza della crisi migratoria sono illegali. La scorsa settimana il governo sloveno ha espresso la propria contrarietà alla misura, definita inaccettabile, rilevando che può essere soltanto limitata nel tempo e conforme al principio di proporzionalità. Da rilevare infine che a metà giugno i ministri degli interni dell'Unione Europea hanno raggiunto un accordo sulle basi negoziali per la riforma del quadro giuridico sui confini di Schengen, che tra l'altro irrigidisce le regole relative alla reintroduzione dei controlli alle frontiere interne. La ministra dell'interno slovena, Tatjana Bobnar, ha evidenziato nell'occasione la necessità che un eventuale controllo di questo tipo sia soltanto provvisorio, non permanente o di lunga durata, da introdurre soltanto quando si esauriscono tutti gli altri provvedimenti alternativi per affrontare eventuali emergenze.
Delio Dessardo