Foto: Reuters
Foto: Reuters

Con 331 voti a favore su un totale di 557 deputati, l'Assemblea Nazionale francese ha votato una mozione di sfiducia nei confronti del premier, Michel Barnier, a soli tre mesi dal suo insediamento. Due, in realtà, le mozioni di sfiducia presentante nei confronti del primo ministro, dopo che lunedì ha imposto un disegno di legge sul bilancio: una dall'alleanza dei partiti di sinistra, Nuovo Fronte Popolare, e un'altra da parte dell'estrema destra di Marine Le Pen. Si tratta del primo governo francese rovesciato da una mozione di sfiducia dopo il 1962. Barnier gestirà ora gli affari correnti con la sua squadra ministeriale fino alla nomina di un nuovo esecutivo. E il leader dell'Eliseo, Emmanuel Macron, non intende aspettare e ha intenzione di nominare un nuovo capo del governo molto presto, anche se difficilmente troverà un candidato che il parlamento, così diviso, vorrà confermare.
Al contempo, diversi ministri del governo Barnier e alleati del presidente hanno accusato l'opposizione di "aver preferito il caos alla responsabilità". L'ormai ex premier ha inoltre ripetutamente ricordato all'opinione pubblica e ai parlamentari francesi che la seconda economia dell'area euro è fortemente indebitata e che ha bisogno di risparmiare. Durante il dibattito in Parlamento ha affermato che "lo stato reale delle finanze pubbliche non scomparirà miracolosamente senza alcuna fiducia". Barnier ha anche ricordato le allarmanti condizioni sociali ed economiche del paese che, secondo le sue parole, non potranno che peggiorare con la caduta del governo.
E di fronte alla crisi politica in Francia, alcuni, già prima del voto di sfiducia al premier, hanno chiesto a Macron di dimettersi, ma il presidente non ha nessuna intenzione di lasciare il proprio incarico.