Il Presidente turco Erdogan si sta avviando a una crisi con il potere giudiziario dopo avere criticato la Corte Costituzionale per avere fatto molti errori e sostenendo una sfida senza precedenti lanciata da una Corte d'Appello ad Ankara. La probabile crisi non sarà di facile soluzione. I commenti, focalizzati sul ruolo della legge, sono emersi quando la Corte d'Appello si è lamentata dei giudici costituzionali, che hanno stabilito il mese scorso il rilascio del parlamentare Atalay, che si trovava in carcere, affermando che la decisione è incostituzionale. Esperti hanno avvertito che la soluzione dello stand by tra le due Corti è difficile da prevedere. Erdogan ha precisato che, sfortunatamente, la Corte Costituzionale ha fatto molti errori, il che fa preoccupare, e che i giudici costituzionali non devono sottostimare la critica lanciata dalla Corte d'Appello sulla materia. Il maggiore partito di opposizione ha denunciato le mosse della Corte d'Appello come un tentato colpo di mano, e centinaia di sostenitori, tra cui avvocati penalisti, hanno dimostrato a favore della Corte Suprema nella Capitale turca con una marcia di una decina di chilometri dal Parlamento alla sede delle due Corti. Per il leader dell'opposizione Ozel si tratterebbe di un tentativo da parte di Erdogan di rovesciare l'ordine costituzionale della Nazione. Ozel ha precisato che il Presidente, che prende i suoi poteri dalla Costituzione, supporta le azioni della Corte d'Appello ignorando la Costituzione stessa. Erdogan, da parte sua, durante un discorso al suo partito, ha indicato che la disputa tra le due Corti mostra la necessità di una nuova Costituzione, riflettendo la sua posizione sostenuta da tempo, che vedrà il parlamento occuparsi di essa l'anno venturo. Secondo gli analisti politici, questa crisi dimostra che Erdogan vuole più controllo su quanto accade in Turchia, incluso il sistema giudiziario che attualmente sta obbedendo ai suoi ordini, perseguendo e imprigionando i suoi critici e oppositori.
Franco de Stefani