"Siamo uniti nel rispondere all'appello del presidente Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari e militari". Questa la risposta congiunta del premier italiano Mario Draghi e della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen sulla situazione del conflitto in Ucraina.
"L'Ue - evidenzia Draghi - ha dato prova di straordinaria unità. Siamo uniti nel rispondere all'appello del presidente Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari e militari. Questa unità è la nostra principale forza ed è essenziale mantenerla".
"Nei giorni scorsi - aggiunge ancora Draghi - il Comitato per la sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia ha approvato importanti provvedimenti di congelamento di beni nei confronti di oligarchi russi, che sono stati prontamente eseguiti. La Banca d'Italia ha chiesto agli istituti di credito di comunicare le misure di congelamento applicate, e di fornire i dettagli sui soggetti coinvolti e sul valore e la natura dei beni".
"Dobbiamo fare in modo - aggiunge von der Leyen - che non ci siano scappatoie e che l'effetto delle sanzioni sia massimizzato. Le sanzioni in atto stanno davvero mordendo, vediamo le turbolenze sull'economia russa". Ma considerata "l'evoluzione della situazione in Ucraina" e l'attacco "sconsiderato del Cremlino a cittadini, donne, bambini, uomini, naturalmente stiamo lavorando anche su ulteriori sanzioni" conclude la presidente della Ue.
Draghi ha inoltre ringraziato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, affermando che "l'Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la sua dipendenza dal gas russo. Sabato ho sentito al telefono l'emiro del Qatar, Al Thani - prosegue il premier - con cui ho discusso in particolare di come rafforzare la cooperazione energetica tra i nostri Paesi".
Intanto il governo russo ha approvato oggi una lista di "Paesi ostili", per aver applicato o per essersi uniti a sanzioni contro Mosca nella quale compaiono anche l'Italia e la Slovenia in quanto Paesi europei. Nella lista, inoltre, sono presenti gli Usa, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Svizzera oltre che ovviamente la stessa Ucraina.
Secondo il decreto, lo Stato, le imprese e i cittadini russi che abbiano debiti nei confronti di creditori stranieri appartenenti a questa lista potranno pagarli in rubli.
Davide Fifaco