Finiscono al fotofinish le nuove elezioni anticipate tenute ieri in Bulgaria. A spoglio quasi ultimato, il movimento populista “C'è un popolo così” del popolare showman e cantante Slavi Trifonov e il partito di centro-destra GERB dell'ex premier Boyko Borisov arrivano appaiati intorno al 23% dei consensi. Bassa l'affluenza alle urne, che si è fermata stavolta al 41% degli aventi diritto.
In parlamento entrano anche i socialisti, il movimento della minoranza turca DPS e i “partiti della protesta”, che nel corso del 2020 hanno cavalcato le lunghe proteste di piazza contro il governo Borisov, accusato di nepotismo e corruzione.
I risultati non differiscono quindi molto da quelli emersi dalle elezioni dello scorso 4 aprile, che avevano portato ad un parlamento incapace di esprimere una maggioranza, con Borisov totalmente isolato e i partiti d'opposizione senza una chiara maggioranza in parlamento.
La novità, però, è che stavolta Slavi Trifonov questa volta ha accettato la sfida di creare un nuovo governo. In un discorso televisivo tenuto stamattina, il leader di “C'è un popolo così”, che molti commentatori paragonano all'esperienza italiane dei “5 stelle”, ha annunciato l'intenzione di lanciare un esecutivo di minoranza, che dovrebbe guidare la Bulgaria cercando di volta in volta i numeri nell'Assemblea nazionale.
L'operazione politica sembra però tutt'altro che scontata, vista alla litigiosità e frammentazione dei partiti entrati in parlamento. Molti commentatori temono che un eventuale governo Trifonov potrebbe avere una prospettiva limitata, con possibili nuove elezioni già nel 2022.


Francesco Martino


Foto: EPA
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