Foto: Reuters
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La direttiva aggiorna il modo in cui le autorità nazionali e locali rilasciano autorizzazioni per gli impianti che rappresentano la principale fonte di inquinamento in tutta l'UE. Oltre a muovere nella direzione di un ambiente più sano per le persone e il pianeta, punta a stimolare l'innovazione tecnologica, premiando i precursori e orientando gli investimenti industriali nel senso della transizione dell'Europa verso un'economia più pulita, a zero emissioni di carbonio, più circolare e competitiva. L'obiettivo, spiega la Commissione europea è di ridurre le emissioni in aria, acqua e terra da grandi impianti industriali e dai più grandi allevamenti di suini e pollame.
Inoltre, segnala sempre la Commissione, è la prima legge ambientale dell'Unione europea a sancire il diritto delle persone a chiedere un risarcimento per i danni alla salute causati da inquinamento illegale.
Le aziende leader nel campo dell'innovazione industriale saranno soggette alle nuove regole, beneficiando di permessi flessibili per testare le tecniche con maggiore efficienza ambientale. La direttiva introduce anche un nuovo centro innovativo per la trasformazione industriale e le emissioni, che raccoglierà informazioni su soluzioni all'avanguardia per il controllo dell'inquinamento. Gli Stati membri hanno due anni di tempo per adattare le proprie normative alla nuova direttiva, in modo tale che, secondo le previsioni, entro il 2050 le emissioni di inquinanti atmosferici si riducano fino al 40 percento rispetto ai livelli del 2020. Concretamente, i paesi dell'UE dovranno adattare la propria legislazione nazionale alla direttiva entro e non oltre il primo luglio 2026. I dati raccolti dalle autorità nazionali verranno successivamente trasmessi al nuovo portale per la visualizzazione delle emissioni industriali all'interno del suddetto centro innovativo; ciò avverrà per la prima volta nel 2028. In conformità con la direttiva i paesi dell'UE potranno sanzionare i soggetti economici in caso di gravi violazioni, imponendo una multa pari ad almeno il tre percento del fatturato annuo all'interno dell'UE.
La Commissione europea verificherà e valuterà l'attuazione della direttiva per la prima volta nel 2028, poi a scadenza quinquennale.

Delio Dessardo