Temperature record e vento forte: un'estate torrida si è abbattuta nelle ultime settimane sull'Europa sud-orientale. E insieme al caldo, sono tornati gli incendi, che stanno devastando larghe aree nella regione, provocando morti, danni materiali e polemiche.
Particolarmente grave la situazione in Turchia e in Grecia, ma focolai importanti vengono riportati anche in Macedonia del nord, Bulgaria, Romania, Albania e Cipro. Gli incendi scoppiati in Turchia negli ultimi dieci giorni vengono descritti come i peggiori da decenni: ettari su ettari andati in fumo, centri abitati devastati e, fino ad oggi, almeno otto vittime.
Solo nella provincia di Muglas, una delle più colpite, sono state evacuate finora almeno 36mila persone minacciate dalle fiamme, mentre fosse tagliafuoco sono state scavate per proteggere dagli incendi due centrali elettriche.
Seria la situazione anche in Grecia, dove vigili del fuoco e volontari stanno combattendo contro decine di focolai, alcuni non distanti dalla capitale Atene e sull'isola di Evia, dove centinaia di residenti e di turisti sono stati evacuati via mare. Al momento si registrano almeno venti feriti - di cui alcuni gravi - tra cui alcuni vigili del fuoco, ed anche una vittima.
In Macedonia del nord, il fuoco si è concentrato soprattutto nelle regioni orientali al confine con la Bulgaria, con centinaia di ettari andati in fumo con gravissimi danni al patrimonio boschivo e naturale. Per fronteggiare la situazione, il governo di Skopje ha dichiarato lo stato di calamità per tutto il mese di agosto.
Francesco Martino