Europol, l'Ufficio europeo di Polizia, sarebbe in possesso di parecchi dati sensibili e di informazioni detenute illegalmente. La denuncia e' giunta dal garante europeo della protezione dei dati, che lo scorso 3 gennaio ha inoltrato a Europol un ordine di cancellazione dei dati relativi a persone che non hanno alcun legamente accertato con attivita' criminali. L'ente sta indagando sui dati sin dal 2019, e nel settembre 2020 aveva avvertito Europol della continua conservazione di grandi volumi di dati senza la necessaria categorizzazione degli interessati, un rischio per i diritti fondamentali delle persone in quanto i titolari dei dati rischiano di essere ingiustamente collegati ad attivita' criminali. Europol e' soggetto a una stretta regolamentazione su quali tipi di dati personali puo' conservare e per quanto tempo. Secondo la stampa britannica, che ha pubblicato un rapporto dopo avere visionato documenti interni, Europol ha a disposizione 4 petabyte, 3 milioni di CD-Rom, di informazioni su criminali sospetti e persone con cui sono venuti in contatto, che pone la struttura a un passo dalla controparte statunitesne NSA. Europol ha negato qualsiasi atto illecito, dichiarando che sta lavorando con l'ente per trovare un equilibrio tra il mantenimento della sicurezza e il rispetto dei piu' alti standard di protezione dei dati. La Commissione Europea ha iniziato una fase di valutazione di un cambiamento del regolamento di Europol, che se entrasse in vigore permetterebbe di legalizzare ufficialmente l'enorme massa di dati preservandone il contenuto. Secondo alcuni analisti la nuova legislazione e' un modo di aggirare il sistema, in quanto la Commissione Europea e Europol intendono rettificare il fatto di avere detenuto i dati per anni illegalmente, ma e' necessario tenere presente che non si puo' cancellare un comportamento illegale introducendo nuove norme retroattive.
Franco de Stefani