"Fino a quando anche una piccola parte delle persone non sarà fuori pericolo, tutto il pianeta sarà a rischio". Così il presidente francese, Emmanuel Macron, in videoconferenza al Forum sulla Pace di Parigi. Il capo dell'Eliseo ha annunciato che appena il vaccino contro il coronavirus sarà disponibile, la Francia potrà condividere le prime dosi con coloro che ne avranno più bisogno nei paesi più vulnerabili.
"La comunità internazionale deve garantire un accesso equo al vaccino, in modo che tutti possano riceverlo", ha affermato il premier canadese, Justin Trudeau.
Anche il presidente cinese, Xi Jinping, ha sottolineato che bisogna mettere al primo posto le vite umane e garantire una risposta mirata e concreta alla crisi-Covid.
Secondo il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, un accesso equo al vaccino è nell'interesse di tutti i paesi. Ha inoltre avvertito che "i nazionalismi per quel che riguarda i vaccini, prolungheranno la pandemia", perché le persone dei paesi più poveri non possono essere vaccinate, il virus quindi continuerà a diffondersi e la ripresa economica a livello globale sarà ritardata. Ghebreyesus ha poi criticato alcuni stati che acquistano in anticipo più del doppio delle dosi del vaccino rispetto alla popolazione, in questo modo mettono a rischio l’accessibilità del vaccino per altri paesi. Il programma dell'OMS ACT Accelerator, con il quale si vuole garantire l'accesso ai test, alle cure e al vaccino contro il Covid-19 a tutti i Paesi, necessita di finanziamenti pari a 28,5 miliardi di dollari, ha precisato Ghebreyesus.
Diversi stati e fondi si sono impegnati a contribuire con circa 500 milioni di dollari. Le Nazioni Unite hanno riferito a settembre, di aver ricevuto per il programma ACT Accelerator solo 3 miliardi di dollari sui 38 miliardi necessari a produrre e distribuire 2 miliardi di dosi di vaccino, 245 milioni di trattamenti e 500 milioni di test nel 2021.
E. P.