Una ventina di stati membri ha espresso disapprovazione per le recenti decisioni unilaterali del premier ungherese Viktor Orban. Per il premier di Budapest la sua missione di pace avrebbe aperto la porta a una maggiore disponibilità delle parti in conflitto ad accogliere positivamente le eventuali proposte per un cessate il fuoco. Una visita, secondo Orban, motivata anche dagli effetti negativi che la guerra ha avuto sull'economia europea, sulla vita quotidiana dei cittadini ma anche sulla competitività dell'Ue. È quanto riferito al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in merito all'esito dei colloqui con Zelensky e Putin. Orban ha anche chiesto all'Unione europea di considerare il lancio di un'iniziativa comune per prevenire un'eventuale escalation nei prossimi due mesi. Gran parte degli stati membri continua però ad accusare l'Ungheria di slealtà soprattutto perché in alcune dichiarazioni a Mosca Orban è andato contro le conclusioni del Consiglio europeo. Ad insistere sul fatto che il primo ministro ungherese non rappresenti gli interessi europei è stato l'Alto rappresentate per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. La conferma è arrivata anche dal portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, secondo cui Orban non avrebbe un mandato ufficiale per rappresentare l'Unione europea in queste visite internazionali. La situazione evidenzia quindi una crescente frattura tra Budapest e Bruxelles, lasciando aperti interrogativi sul futuro ruolo di Orban nella politica europea. Negli ultimi giorni è stata pure avanzata l'ipotesi di togliere la presidenza di turno all'Ungheria, una decisione che dev'essere approvata da 20 Paesi membri che rappresentano almeno il 65 percento della popolazione. Secondo il portavoce dell'esecutivo, al momento sarebbero però seriamente in dubbio solamente la tradizionale visita della Commissione europea alla presidenza di turno, in programma a Budapest subito dopo la pausa estiva.
M.N.