"In agenda la situazione dei rifugiati nell'Unione Europea e le implicazioni che la guerra in Ucraina ha per la sicurezza interna, ma anche i recenti sviluppi nella rotta migratoria dei Balcani occidentali". Questi gli argomenti di fondo trattati nell'incontro che ha visto il Ministro degli Interni sloveno Tatjana Bobnar richiedere una maggiore partecipazione dell'agenzia Frontex lungo i confini esterni e nelle aree problematiche. Macedonia del Nord, Bulgaria e Serbia, quelle nominate dalla Bobnar, che ha auspicato una maggiore e più coordinata partecipazione dell'Europol, l'Ufficio europeo di polizia mentre nel contempo la Commissione Europea avrebbe concordato con gli stati dei Balcani occidentali - ed in primis la Serbia, diventata il principale paese di transito - l'armonizzazione del regime dei visti con quello UE onde limitare il numero di arrivi in crescita esponenziale da paesi quali India e Burundi. La Ministra slovena si è dichiarata sicura che pure i nuovi potenziali membri dell'area Schengen ovvero Croazia, Bulgaria e Romania rispetteranno le regole e i meccanismi di controllo e gestione delle frontiere. Per quanto riguarda la Croazia, il Ministro degli Interni Božinović ha affermato che il paese ha ottemperato agli obblighi e rispetta tutti i criteri. La decisione definitiva per l'adesione dal primo gennaio prossimo, dovrebbe arrivare a dicembre e lui si dichiara ottimista. "Indipendentemente dagli altri due paesi candidati, noi siamo in regola" ha detto Božinović cercando di allontanare i timori di un'eventuale proroga dei termini di adesione dovuta alla volontà di "un'apertura a pacchetto", espressa da alcuni membri UE.
Lionella Pausin Acquavita