Oramai sta diventando un caso di portata internazionale che potrebbe spazzare via il presidente del governo macedone Zoran Zaev. Da giorni Laris Gaiser sta pubblicando una serie di rivelazioni su “La verità”, che denunciano un diffuso sistema di corruzione nel paese. I suoi articoli sono stati ripresi dalla stampa internazionale, nei filmati si vedono borse piene di euro e nell’audio non manca nemmeno le lamentale che le mazzette sono di taglio troppo piccolo e le borse troppe.
“Si tratta- ci racconta Gaiser in un’intervista esclusiva concessa a Radio Capodistria- di un caso giudiziario in cui il procuratore speciale Katica Janeva arresta l’uomo più ricco della Macedonia, Jordan Kamchev. A quest’ultimo, su iniziativa della Janeva e pare del premier Zoran Zaev, viene prospettata la possibilità di tornare in libertà. Abbiamo pubblicato i filmati in cui egli paga una prima tangente di 1 milione e mezzo di euro. Come promesso, nelle intercettazioni, la Corte suprema macedone lo rimette in libertà poco dopo. Rimangono da pagare altre tranche fino a 8 milioni per altri favori. Le intercettazioni sono state registrate tra di febbraio ed aprile e dimostrano come Boki 13 uno showman, al secolo Bojan Jovanovski, fosse in possesso di informazioni che mai avrebbe dovuto avere e che mai avrebbero dovuto uscire dalla procura speciale. Di quelle informazioni erano a conoscenza solo la procuratrice speciale ed il premier Zoran Zaev. Grazie ad esse si ricatta, si estorce denaro e si vendono favori che poi vengono fatti dalla procura speciale. Abbiamo pubblicato più di un’ora di intercettazioni e di video. In un’ultima immagine si vede come Boki 13 mostra fotografie di Zaev a casa assicurando l’estorto, Kamchev, che anche il primo ministro è d’accordo sulla strategia da seguire e che non si opporrà alla sua liberazione”.
“Bisogna rendere onore- ci tiene a sottolineare Gaiser- alla redazione de “La verità” ed al direttore Maurizio Belpietro, per aver fatto uscire questa notizia, che non essendo legata all’Italia e considerato che nel Belpaese la politica estera non tira, non era una questione vitale per il giornale. Ammetto di non aver dormito per alcuni giorni perché temevo che i personaggi coinvolti dicessero che quelle non erano le loro voci, ma invece le persone hanno ammesso di essere proprio loro in quelle registrazioni. E’ arrivata così la conferma che volevo ed anche quella che tutto quello che avevamo pubblicato fosse vero e legale, visto che si trovava nelle carte della procura macedone. A questo punto nessuno può contraddire quello che abbiamo raccontato”.
Se tutto dovesse essere provato anche in tribunale ciò dimostrerebbe la presenza di una corruzione sistemica.
“Una corruzione sistemica assoluta. I macedoni conoscevano queste cose, sapevano che c’erano delle prove, ma queste non venivano usate e le procedure non venivano portate innanzi. La paura era che sparissero. Pubblicandole abbiamo mostrato l’utilità del servizio giornalistico, rendendo noti all’opinione pubblica fatti sui quali ora si dovrà indagare portando a termine i procedimenti giudiziari. Se tutto verrà confermato significherà che la corruzione sistemica parte dal vertice politico e coinvolge gran parte del sistema giudiziario perché tutti quanti dovevano fare quello che diceva, probabilmente, il primo ministro e sicuramente la procuratrice speciale".
Maurizio Belpietro, quindi può essere contento, considerato che “La verità” è oramai ripresa dai principali media internazionali.
“Tutte le capitali estere leggono i nostri pezzi, le nostre analisi, in particolare sulla Macedonia. Credo che tutto il popola macedone abbia cliccato sul sito de “La verità”. Dopo la pubblicazione della notizia in poche ore abbiamo superato il milione di click”.
Gaiser ora per alcuni è un eroe per altri una pedina di chi vorrebbe mettere in difficoltà il governo socialista macedone.
“Seguo la situazione in Macedonia dal 2015, sono stato coinvolto come analista da diverse testate giornalistiche. Ho sofferto negli ultimi anni nel vedere come la Macedonia ed il popolo macedone sono stati costretti ad abbandonare la propria sovranità. Ho cercato, probabilmente unica voce in Europa, di far notare sempre ai popoli del mondo ed ai potenti in Europa che la Macedonia ed i macedoni venivano trattati in maniera ingiusta. Pretendere da loro di cambiare identità, costituzione e nome non fa altro che aumentare un potenziale distruttivo tipico dei Balcani, che nella storia non ha mai portato a nulla di buono”.
La questione è soprattutto quella del nome Macedonia, modificato ora in Macedonia del Nord. Skopje è rimasto a lungo alle porte delle integrazioni euroatlantiche, visti i veti della Grecia, che non voleva in alcun modo che fosse utilizzato un denominazione che ritenevano parte esclusiva della loro storia.
“La Macedonia ha dovuto cambiare nome per un semplice motivo: si è fatto un regalo alla Grecia dopo che Atene ha dovuto patire le pene dell’inferno a causa della crisi finanziaria. Si è trattato di un contentino e la Macedonia ne ha pagato le conseguenze. Ora deve chiamarsi Macedonia del Nord e si è giunti a questo risultato con quello che a mio avviso è stato un colpo di stato con metodologie da servizi segreti. E’ stato posto al potere Zoran Zaev di cui in questi giorni stiamo dimostrando la corruzione il controllo che egli esercita su tutto il potere giudiziario”.
In pratica Zaev cade nella stessa trappola in cui cadde il suo predecessore Nikola Gruevski.
“Questo ha dell’incredibile e fa notare la pochezza di Zaev che è arrivato al potere grazie a delle intercettazioni telefoniche servitegli da potenze straniere per ricattare Gruevski. Il suo sistema corrotto cade praticamente sulla stessa identica buccia di banana”.
A questo punto lo scenario per la Macedonia qual è? L’ingresso nella NATO è alle porte.
“I macedoni devono capire che la strada per la Nato è aperta, spianata e nessuno li ferma più. La propaganda contro le mie rivelazioni dice che noi stiamo creando uno scenario tetro per fermare la via europea ed euroatlantica della Macedonia. E’ assolutamente una follia. Io credo che Zaev sia il problema e certamente non sia la soluzione. La Macedonia in questo momento è in difficoltà ed il primo ministro è un peso per il paese. Si dovrebbe cambiarlo al più presto in modo da poter entrare nella maniera più pulita possibile in una istituzione come l’Alleanza Atlantica”.
I suoi detrattori dicono che dietro di lei c’è Gruevski
“Ho sentito anche che sono la lunga mano di Orban e Salvini che stanno cercando di prendere il controllo della Macedonia. Follia pura! Non vale neanche la pena di perdere tempo per rispondere ad affermazioni del genere. Non conosco Orban e non conosco Salvini. Sto facendo il commentatore analizzando una cosa che sto seguendo da anni e in cui credo fermamente. Ho conosciuto, ovviamente, persone vicine a Gruevski, ne ho condannato i metodi. Chi non ci crede può leggere quello che ho scritto sui giornali negli anni passati. Allora tracciai un netto distinguo tra il sistema corrotto di Gruevski e la brava gente di Macedonia sia di destra sia di sinistra che vorrebbe solo vivere normalmente”.
Se l’obiettivo era puntare il dito contro Zaev il risultato, mi sembra sia stato raggiunto. Più di qualcuno lo sta scaricando.
"Il primo a reagire è stato il presidente serbo Aleksandar Vučić con una dichiarazione che ha dell’incredibile in cui ha detto in maniera molto fine a Zaev di lasciare la posizione, poi è intervenuto l’ambasciatore americano che ha chiesto fosse fatta giustizia secondo le regole dello stato di diritto, anche il commissario europeo Johannes Hahn ha chiesto che venga fatta chiarezza”
“Sostanzialmente Zaev è ogni giorno più isolato. Proprio ieri il presidente della repubblica, il socialista Stevo Pendarovski, ha dato segni di prese di distanza dal premier”.
Pendarovski quindi si sta mettendo nel ruolo di arbitro.
“Io temevo che potesse prendere una posizione politica essendo un figlioccio di Zaev. In verità si sta comportando correttamente da presidente della repubblica e spero faccia il bene della Macedonia”.
Lei per alcuni in Macedonia oramai è una star.
“Quando sono uscite le prime intercettazioni sono rimasto stupito dalla reazione del popolo macedone. Ricevo migliaia di messaggi di sostegno e di gratitudine. Tutti ritenevano di essere stati abbandonati, si sentivano come sequestrati da una nebulosa da cui non riuscivano ad uscire. Io in questi anni ho sempre puntato il dito contro le istituzioni dell’Unione europea, in quanto sostenevano questo tipo di gestione della Macedonia, coprendosi gli occhi per non vedere come l’intero sistema politico e giudiziario fosse corrotto.
Lei se la prende anche con la povera Mogherini…
Beh, non è tanto povera, guadagna molto bene e non reagisce quando è chiamata in causa. Vorrei far notare lo scandalo è scoppiato da una settimana e la procuratrice speciale che è al vertice di tutto questo sistema di corruzione e di estorsione è stata voluto dall’Europa della Mogherini. Più volte abbiamo provato a chiedere un commento all’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, ma fino ad oggi Federica Mogherini è l’unica che tace, insieme a Zaev”.
Lo scenario a questo punto è quello di un cambio ai vertici del governo, senza però che ci sia un cambio di maggioranza
“Ora sicuramente ci sarà una politicizzazione molto forte degli avvenimenti. Non so predire il futuro. Sto ancora facendo delle indagini che potrebbero portare a scoprire l’ultimo pezzo del puzzle per provare come l’intero sistema sia sotto un controllo politico. Ho bisogno di approfondire le indagini, ma devo difendere soprattutto l’incolumità delle persone che mi stanno aiutando in Macedonia. Sono sicuro, però, che Zaev è al capolino della sua carriera e che si tratta solo di una questione di tempo. Sta ora al parlamento ed al presidente della repubblica capire che è meglio scaricare Zaev al più presto per avere una rappresentanza internazionale funzionante, visto che il premier è parte del problema e non può rappresentare la Macedonia a livello internazionale. Le opzioni sono o una crisi di governo ed elezioni, ma pare che per il presidente Pendarovski questa non sia una opzione possibile fino a che non sarà fatto un censimento serio della popolazione, oppure (e questo è anche il mio suggerimento) arrivare solo ad un avvicendamento alla guida del governo, anche con un interim”.
La Macedonia è stata anni a frollare di fronte alle integrazioni euroatlantiche. La questione del nome andava risolta. Lei prima ha parlato di uno sgarro, ma che alternative ci sarebbero state per Skopje?
"Conoscendo i politici macedoni del passato e sapendo come sono andate le cose a Bruxelles credo che ci fossero delle alternative. Più volte, anche con gli ex ministri degli esteri, ho suggerito soluzioni che mai sono state prese in considerazione. Temo che la Macedonia abbia un problema con la propria classe politica che non sa giocare a livello internazionale. Skopje avrebbe potuto chiudere la questione già dieci anni fa, quando la Grecia aveva bisogno di tutti. Quello era il momento buono per risolvere la faccenda e nessuno avrebbe potuto opporsi. Bisognava avere il sostegno di Germania, Italia, Francia e delle altre grandi potenze, cosa che i politici macedoni- era in carica il governo Gruevski - non hanno saputo fare”.
Una Grecia in ginocchio economicamente avrebbe però difficilmente potuto cedere anche sulla questione macedone.
“Certo, però, cosa abbiamo ottenuto oggi? Qualcuno pensa seriamente che la Grecia sia pronta a votare a favore di una Macedonia membro dell’Unione Europea? Io non ci credo. Vista la politica greca questo obiettivo appare irraggiungibile nei prossimi 5 -10 anni. Magari se Zaev dovesse farsi da parte…”.
Non mi sembra, però, che al momento l’Unione europea abbia tanta voglia di allargarsi, anzi pare che ci siano più le tendenze a rimpicciolirsi e a chiudersi.
“Certamente. L’ho ribadito tante volte, anche a Radio Capodistria. La mia critica più grande al presidente della commissione europea Juncker e alla sua commissione è stata quella di aver ufficialmente chiuso le porte all’allargamento. Questa scelta ha creato molti problemi nei Balcani che si sono rinazionalizzati e dove stanno rinfocolando nuovamente problematiche assopite o almeno gestite grazie alla prospettiva di una futura membership nell’Unione. Sono stati fatti fatali errori a Bruxelles negli ultimi anni. La Macedonia da sola non è riuscita a trovare una soluzione e chi è stato messo dalla comunità internazionale a gestire la Macedonia si sta dimostrando una persona fatale per il suo suo destino”.
Stefano Lusa
Qui potete ascoltare l'audio dell'intervista con Laris Gaiser