Prima con la ministra per gli sloveni nel mondo Helena Jaklitsch, quindi con il Capo dello stato, Borut Pahor ed infine con il ministro degli esteri Anže Logar la delegazione della Comunità slovena ha fatto il punto della situazione illustrando principali problemi e aspettative con la speranza che questi trovino spazio nell’agenda del vertice Di Maio-Logar. Evidenziato un generale peggioramento del clima politico-sociale causato dalle misure anti-coronavirus e dai provvedimenti lungo la fascia frontaliera ma anche - come è stato riferito - dalla celebrazione della giornata di liberazione di Trieste dall’occupazione jugoslava il 12 giugno prossimo. Emersa inoltre preoccupazione per il pericolo di perdita della rappresentatività parlamentare. Con le modifiche alla legge elettorale si riduce la possibilità di far eleggere esponenti della comunità slovena - si è sentito dire a Lubiana - dove è stata auspicata la ricerca di una soluzione che regoli la questione e garantisca la presenza della minoranza al Parlamento italiano.
Al centro degli incontri pure la restituzione del Narodni Dom nel centenario del suo incendio. Il presidente Borut Pahor - che ha confermato la sua presenza a Trieste il 13 luglio prossimo si è interessato particolarmente della futura gestione del palazzo che, come spiegato da Valter Bandelj e Ksenija Dobrila presidenti rispettivamente dell'SSO, la Confederazione delle organizzazioni slovene e dell'SKGZ, l’Unione culturale e economica slovena, sarà amministrato da una fondazione istituita proprio dalle due organizzazioni apicali degli sloveni in Italia. (lpa)
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