Foto: Vlada RS/X
Foto: Vlada RS/X

La guerra ha ormai raggiunto il suo terzo anno di sanguinosa attività, un periodo di tempo durante il quale si è consumata una tragica perdita di vite umane. Migliaia di persone, tra combattenti e civili, sono caduti vittime di questo conflitto, testimoniando la sua devastante portata e le sue conseguenze umanitarie. Innumerevoli città sono state distrutte, rendendo difficile immaginare la vita come era prima. In occasione dell'anniversario, una significativa rappresentanza di leader internazionali si è riunita a Kiev per manifestare il proprio sostegno al popolo ucraino. Un gesto che ha avuto luogo in concomitanza con una ferma condanna delle azioni intraprese dalla Federazione Russa, ritenuta responsabile degli eventi bellici in corso. Ad intervenire, da remoto, anche il Primo Ministro Robert Golob, il quale ha espresso la sua vicinanza, dichiarando: “In questo momento, i miei pensieri sono rivolti con particolare intensità alle famiglie, agli amici e ai congiunti delle vittime ucraine, nonché all'intera nazione. La Slovenia si pone in una posizione di solidarietà nei confronti del popolo, il quale si batte per la difesa dei valori fondamentali che condividiamo: la libertà, la democrazia e la dignità umana.Golob ha poi ribadito l’adesione della Slovenia ai principi del diritto internazionale e ha assicurato che il Paese, in qualità di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, si impegnerà attivamente per promuovere la cessazione delle ostilità e la realizzazione di una pace equa, giusta e duratura. Insieme al Premier anche altri politici hanno lanciato messaggi di pace e speranza: la Presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar ha ribadito l'imperativo di un cessate il fuoco immediato e la stipula di un accordo bilaterale che definisca il futuro delle relazioni tra le parti in conflitto. La Presidente ha sottolineato l'importanza cruciale del riconoscimento dell'Ucraina come interlocutore paritario nel processo di negoziazione, specialmente in virtù del suo status di vittima di un'aggressione non provocata.

Alessia Mitar