La disponibilità di Antonio Tajani a visitare la foiba di Basovizza e la Risiera di San Sabba assieme a Violeta Bulc, espressa in risposta a un invito del Commissario europeo ai trasporti, non ferma la valanga di lettere da cui il presidente del Parlamento europeo è subissato dopo il suo discorso pronunciato in occasione della Giornata del ricordo. A scrivere una missiva di protesta è stata anche la presidente croata Kolinda Grabar Kitarović. A Tajani ha rammentato di provenire lei stessa da una regione - l'entroterra fiumano - nella quale "gli effetti dell'occupazione fascista sono tutt'oggi evidenti" scrive. "Mi dispiace per tutte quelle persone che hanno sofferto e hanno dovuto abbandonare la loro terra sotto il comunismo - dice Grabar Kitarović - Ma bisogna condannare tutti i regimi e inchinarsi sia davanti alle vittime del nazismo che del fascismo che del comunismo". I deputati sloveni e croati del Partito popolare europeo hanno chiesto a Tajani di ritirare le sue parole pronunciate alla cerimonia "Viva l'Istria e la Dalmazia italiane". "Bisogna dimostrare la stessa pietà sia nei confronti delle vittime della violenza comunista che di quella fascista" - si legge nella lettera degli europarlamentari che invitano il presidente del parlamento a recarsi in Slovenia sui luoghi in cui si commemorano le vittime di tutti i regimi. Dal canto suo il deputato italiano al parlamento croato Furio Radin esprime stupore per quelle che definisce "parole fuori dalla storia". "Siamo tutti Paesi membri dell'UE e dovremmo porre l'accento sull'amicizia tra gli Stati. Mi aspettavo un intervento in questo senso - afferma Radin - invece abbiamo sentito una retorica appartenente al passato".
Intanto il Partito social-democratico sloveno ha promosso una raccolta di firme a livello internazionale per chiedere le dimissioni del presidente del Parlamento europeo. I firmatari della pezione chiedono che a esprimersi sulle dichiarazioni di Tajani siano il Consiglio d'Europa e la Comissione europea. Nel testo della petizione - che vede tra i primi firmatari gli ex presidenti di Slovenia e Croazia Milan Kučan e Stipe Mesić - si ritiene che, nel suo discorso, Tajani abbia giustificato il fascismo e dunque non abbia più credibilità morale per guidare un'istituzione così importante. (a.c.)
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